Vladimiro Giacché: "Il malessere tedesco parte da lontano: la parte orientale della Germania è stata oggetto di una vera e propria annessione economica"

Crescita della povertà nel paese, disuguaglianza sociale e mistificazione della storia dall’unificazione tedesca ad oggi. Questo è quello che molti osservatori dimenticano nel commentare l’elezione tedesca secondo l’economista Vladimiro Giacché, autore di Anschluss, intervistato da il Sussidiario.



“Chi conosce i dati economici sa che oggi, nel 2017, un abitante dei cinque Länder dell'ex Ddr ha il doppio di probabilità di essere disoccupato rispetto a un suo concittadino dell'ovest, e se lavora prende almeno il 25 per cento in meno di stipendio. La parte orientale del paese è stata oggetto di una vera e propria annessione economica avvenuta tramite il cambio 1 a 1 tra marco dell'ovest e marco dell'est e una deindustrializzazione che non ha riscontri nella storia del continente europeo in tempi di pace”, ha sottolineato Giacché nell’intervista.

E ancora: “Si è distrutto quello che c'era perché faceva comodo alle imprese dell'ovest occupare quello spazio di mercato. Poi non c'è stata alcuna ricostruzione. Quando si chiudono le imprese non vengono meno solo gli impianti, ma si disperde anche il capitale umano. Quello dell'ex Ddr è largamente emigrato all'ovest, ma nonostante questo il tasso di disoccupazione all'est è tuttora il doppio che nel resto della Germania.”

Sulla crescita di AFD e l'ingresso del partito nel Parlamento tedesco, Giacché si chiede: “Ma che cos'è il populismo? La definizione che usa l'establishment per squalificare le opposizioni a se stesso. Occorrerebbe ragionare in termini più politici.” E, sottolinea, AfD ha avuto più voti dove l'immigrazione è più bassa. “Lo si è visto con Syriza, con M5s, con Podemos e adesso con AfD. Fenomeni analoghi si sono visti in Olanda e in Austria. Comunque il dato saliente, ripeto, è lo scardinamento delle famiglie politiche tradizionali. Il quadro è saltato e continuerà a saltare nei prossimi anni.”


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