A proposito di reti, spionaggio, hacker e pericolo per la democrazia. Vi ricordate dei fratelli Occhionero, arrestati il 9 gennaio scorso con l'accusa di aver avviato un'attività di cyberspionaggio, aver penetrato siti istituzionali e spiato l'email di due ex presidenti del Consiglio e decine di politici, generali, funzionari di Stato e imprenditori? Gli investigatori hanno accertato che i due gestivano una rete di computer (botnet), infettati con un malware chiamato 'Eyepyramid'.
Dall’Ansa apprendiamo oggi inquietanti novità dal processo in corso:
Per chi raccoglievano informazioni Giulio e Francesca Occhionero? A chi giovava il notevole materiale informativo raccolto illegalmente dai due fratelli? E’ ciò che si sta cercando di capire dopo aver disegnato il quadro delle attività degli Occhionero, rampolli della Roma bene con interessi in Usa (Francesca ha anche la cittadinanza americana, Giulio è notoriamente legato alla Massoneria) e Londra, dove aveva base la loro società benchè l’attività spionistica fosse tutta concentrata a Roma. Secondo gli spifferi di ambienti vicini all’intelligence “Giulio Occhionero era un collaboratore della Cia”. L’ ingegnere, nel campo dell’hackeraggio informatico, è infatti pressoché sconosciuto. Lo conoscono molto bene, invece, in certi ambienti legati al mondo americano a Roma. Mondo che si sarebbe appoggiato al lavoro di Occhionero per tenere monitorata la situazione politico/economica di un paese che in prospettiva, fra stipendi bassi e disoccupazione alta, fa gola. Chi ha avuto modo di conoscerlo ne parla come di un “tipo schivo e strano”, uno che in vacanza si affittava ville intere da solo, che aveva pochi amici, quasi tutti legati a certe realtà, che frequentava gente dell’alta finanza e della società bene americana trapiantata in Italia.
"C’è la Cia, ovvero la Central Intelligence Agency americana dietro alle malefatte di Giulio e Francesca Maria Occhionero, i due fratelli romani accusati di aver spiato per anni le caselle di posta elettronica di numerosi politici, economisti, funzionari istituzionali: l’ingegnere nucleare ha negato agli inquirenti le password di accesso al server in Minnesota (Usa) utilizzato, secondo gli inquirenti di Roma, per allocare parte dei dati carpiti.
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Ma perché la Cia avrebbe interesse ad acquisire informazioni su un così ampio numero di italiani? Pare, secondo ambienti vicini agli inquirenti, che siano «semplici» fini di spionaggio internazionale. Insomma, sapere l’andamento dell’Italia per prevedere anche mosse economico finanziarie e agevolare qualcuno nel controllo dei mercati.
Il piano, c’è da scommettere, rientra in quella strategia ormai di lungo corso riconducibile al Datagate che esplose nel 2013, quando Edward Snowden raccontò al Guardian come funzionava il sistema di sorveglianza della National Security Agency.
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