L’Ucraina è già nelle NATO? No è anche peggio di così

La NATO ha concesso all’Ucraina lo status di paese che aspira a far parte dell’alleanza atlantica, il che significa che Kiev ha reso ufficiale la sua volontà di realizzare lo scenario geopolitico più inaccettabile possibile per la Russia.



Nella nota ufficiale dell’alleanza viene detto che la porta della NATO rimane aperta per qualsiasi paese europeo in grade di assumere gli impegni necessari a contribuire alla sicurezza nell’area euro-atlantica. L’Ucraina ha ottenuto lo status insieme a Georgia, Macedonia e Bosnia-Erzegovina. Di questi quattro paesi non ce n’è uno che sia intero, sicuro, degnamente governato e non coinvolto in dispute territoriali e controversie diplomatiche:

La Bosnia-Erzegovina è un non-stato ancora alla ricerca di un compromesso e un’economia che ne garantisca l’esistenza dopo le terrificanti ferite della guerra, non ha molto senso parlarne come uno stato compiuto.

La Georgia ha ancora brandelli di paese occupati dalla Russia, perdite territoriali subite dopo l’aggressione contro i russi sponsorizzata dall’Occidente nel 2008 e miseramente fallita. Un paese dalla leadership fragile ma dalla posizione geopolitica determinante, la cui adesione alla NATO sarebbe inaccettabile per Mosca.

La Macedonia, che non dovremmo neanche chiamare così perché la disputa sul suo nome è ancora aperta, è solo un altro brandello di Jugoslavia in cerca d’autore, uno stato poco rilevante governato da un pugno politicanti nelle mani di oligarchi e criminali.

Poi c’è l’Ucraina, che oltre ad aver definitivamente perso la Crimea è coinvolta in un conflitto logorante di cui non si vede la fine nella regione del Donbass alla frontiera con la Russia, ed è il paese che merita un discorso più approfondito.

I paesi che hanno dichiarato interesse ad aderire all'Alleanza sono inizialmente invitati a impegnarsi in un Dialogo Intensificato con la NATO in merito alle loro aspirazioni di adesione e alle relative riforme. I paesi aspiranti possono quindi essere invitati a partecipare al Piano d'azione per l'adesione (MAP) per prepararsi e dimostrare la propria capacità di rispettare gli obblighi e gli impegni di un'eventuale futuro ingresso nelle strutture difensive dell’alleanza secondo le regole della NATO. Ci si aspetta inoltre che soddisfino determinati criteri politici, economici e militari. Viste le condizioni dei paesi in questione, probabilmente solo la Macedonia sarà in grado di soddisfare almeno formalmente i criteri richiesti e unirsi in tempi brevi agli altri stati balcanici diventati lo zerbino degli Stati Uniti nella regione (Albania, Montenegro, Croazia, Grecia, Bulgaria e Romania).

Come dicevamo però, è l’Ucraina il paese più delicato, perché Kiev punta ad approfondire i legami con la NATO e a rompere definitivamente con la Federazione Russa. Negli anni passati la leadership ucraina ha ripetutamente chiesto lo status di paese aspirante ma la NATO continuava a temporeggiare. Secondo il presidente ucraino Petro Poroshenko l’obiettivo del paese è quello di rendere il suo esercito pronto a combattere insieme alla NATO per renderlo capace di affrontare la persistente minaccia dell’invasione russa. La Russia a sua volta è completamente contraria a ogni ulteriore allargamento dell’alleanza atlantica nei paesi che erano parte dell’ex-URSS dopo la mai del tutto tollerata adesione dei paesi baltici nel 2004.

Fino adesso la NATO invece di predisporre l’ingresso dell’Ucraina ha preferito potenziarne le capacità difensive con una collaborazione economica e securitaria tra Washington e Kiev. La Casa Bianca inoltre ha approvato nuove sanzioni contro la Russia, mentre l’Ucraina ha iniziato a importare carbone dagli Stati Uniti e ha aperto agli investimenti americani. Stati Uniti e Ucraina hanno quindi avviato una nuova fase in materia di Difesa e gettato per una probabile fornitura di armi pesanti da parte americana, che renderanno sempre più potente la struttura militare schierata lungo la frontiera orientale.

Non so dire se alla fine Kiev riuscirà a entrare nell’alleanza o se il negoziato per il suo ingresso sarà protratto a tempo indeterminato e usato come strumento diplomatico da ridiscutere al momento giusto, ma per come si sono messe le cose questo non è neanche più così determinante. L’Ucraina è già un avamposto americano alle porte della Russia; dal colpo di stato del 2014 alla guerra nel Donbass fino alla situazione di oggi i fatti sul terreno ci mostrano un paese nettamente schierato con gli Stati Uniti in un’alleanza politica, economica e militare sempre più intensa e belligerante. Un’alleanza completamente ingestibile che minaccia la sicurezza dell’intero continente.

Federico Bosco

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