Europlot Daily – 17 maggio 2018

Sanzioni all’Iran: Europa all’attacco?
Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha assicurato che a proposito dell'accordo sul nucleare iraniano la Commissione ha gli strumenti per mettere al riparo le aziende europee dalle sanzioni statunitensi. Juncker spera che alla cena con i leader Ue a Sofia durante il summit sui Balcani occidentali ci si metta d'accordo su un approccio unanime sulle relazioni USA-Ue riguardo a questa crisi. Intanto, la compagnia petrolifera francese Total ha detto che non potrà continuare i suoi progetti estrattivi per il giacimento iraniano South Pars senza una deroga che la protegga dalle sanzioni. Per farsi un’idea di fino a dove possono arrivare le punizioni di Washington, basti sapere che il banchiere turco Mehmet Atilla è stato condannato a 32 anni di carcere da un giudice americano per aver preso parte a un programma per aiutare l’Iran a eludere le sanzioni. La Ue dovrà sforzarsi molto per contrastare le sanzioni secondarie, e aprire il portafoglio per proteggere le imprese coinvolte. Non essendoci nessuna strategia politica di lungo periodo (ce ne vorrebbe una nazionale) non bisogna illudersi: Bruxelles non andrà fino in fondo.

USA e Corea del nord
Nonostante le proteste della Corea del Nord contro l'insistenza degli Stati Uniti sul disarmo nucleare di Pyongyang, la Casa Bianca è ancora ottimista sull'incontro tra Donald Trump e Kim Jong-un. Alle esercitazioni congiunte USA-Corea del Sud che tanto hanno infastidito la Corea del Nord non parteciperanno i B-52 Stratofortress, i bombardieri strategici americani in grado di sganciare ordigni atomici. Il consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton ha proposto di di seguire il “modello libico” per il disarmo nord-coreano. Uno scenario come quello libico è esattamente lo quello che Pyongyang vuole scongiurare, la Corea del Nord usa spesso l’esempio di Gheddafi per giustificare il mantenimento del proprio programma nucleare.

Summit Ue sui Balcani occidentali
Oggi a Sofia il summit sui Balcani occidentali dell’Unione europea. Si cerca di rispondere alla crisi di sistema e di visione rilanciando gli allargamenti forzosi, si persevera nell’errore. Tuttavia, la strada per l’integrazione dell’ex-Jugoslavia e dell’Albania è ancora lunga e difficile. L’Ue vuole i Balcani non troppo vicini ma neanche troppo lontani, per questo offre una partnership sempre più stretta ma per adesso senza integrazione. I balcanici invece vogliono entrare nell’Unione e cominciare a beneficiare dei fondi strutturali.

Si riapre la rotta balcanica dei migranti
Il patto tra Unione europea e Turchia non sta funzionando più: sono aumentati gli arrivi via terra e via mare da quelle zone. Gli arrivi dalla Turchia, rilevano a Bruxelles, hanno visto un aumento significativo dal marzo 2018 sia per le isole greche (9.349 dall’inizio del 2018) che per il confine terrestre (6.108 fino a oggi). Si sta riaprendo la rotta balcanica.

Zuckerberg in Europa
La prossima settimana il padrone di Facebook sarà a Parigi per incontrare il presidente francese Emmanuel Macron e alcuni alti rappresentanti del Parlamento europeo per discutere di protezione dei dati sul suo social network. L’incontro però sarà a porte chiuse, il vero argomento al centro del dibattito sarà come affrontare le prossime elezioni europee.


Federico Bosco


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