Il mondo al contrario: la Serbia dovrà risarcire coloro che l'hanno bombardata?

E' proprio vero che la realtà supera sempre, o quasi, la fantasia più sfrenata. Se la notizia dovesse risultare, anche solo in parte, vera e a dispetto, purtroppo, della tragedia e dei massacri provocati alla popolazione serba dai bombardamenti NATO del 1999, ci sarebbe da sbellicarsi.

Fatto sta che, a quanto scrivono diversi siti russi, il New York Times (ma, da webilletterati quali siamo, non ci è riuscito di trovarne traccia sul sito del giornale statunitense) avrebbe riportato la notizia di un tale Steven Monaghan, ex pilota militare USA che, in un tribunale statunitense, avrebbe intentato causa alla Serbia per il “trauma morale” da lui (!) subito per aver partecipato ai bombardamenti su Belgrado di venti anni fa.

Monaghan avrebbe presentato in tribunale certificati medici che attesterebbero come, in seguito ai bombardamenti sulla capitale della ex Jugoslavia, sia stato colpito da disturbi del sonno, esaurimento nervoso e siano aumentati gli stati ansiosi.

“Allorché entrai in aviazione” avrebbe detto in tribunale, “non prevedevo di dover partecipare a reali azioni di guerra e perciò è stato molto difficile per me. Era una grande responsabilità, ero nervoso a ogni decollo. Fino a quando non fu eliminata la contraerea jugoslava, c'era il rischio costante che il mio aereo venisse abbattuto e ho continuato a sognarlo anche dopo la guerra", avrebbe detto.

Il finale, tutto all'americana, sarebbe che il giudice, riconoscendo legittime (???) le motivazioni di Monaghan ed evidentemente commosso da tale tragedia umana, gli avrebbe accordato un risarcimento di 2.150.000 dollari, addirittura 650.000 in più di quanto da lui richiesto. E a pagare, ovviamente, secondo il giudice, dovrebbe essere la Serbia, quale legale successore della Jugoslavia e dunque (!!) ufficialmente responsabile (!!!) della guerra.

Ovviamente, sulla rete russa, si sprecano i commenti, i più leggiadri dei quali chiedono: “a quando i risarcimenti ebrei per gli aguzzini nazisti di Auschwitz?”.

Nell'epoca della “caccia al fake” proclamata a difesa dei “valori democratici”, della “libertà occidentale” e perché no, anche della santa romana chiesa, non ci meraviglieremmo se una notizia simile dovesse risultare vera.

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