Di povertà non gli basta mai. Il Governatore della banca centrale austriaca Nowotny redarguisce il governo italiano


di Giuseppe Masala


Sulla Stampa viene pubblicata un'intervista al Governatore della banca centrale austriaca Nowotny che redarguisce il governo italiano per aver interrotto il sentiero delle "riforme" e per aver in parte riformato il Job Act e la Legge Fornero sulle pensioni.


Evidentemente i milioni di poveri e di disoccupati oltre che le migliaia e migliaia di aziende ed esercizi commerciali che hanno chiuso battenti in Italia gli sembrano pochi. Secondo lui abbiamo bisogno di altra sferza e scudiscio europeo. Senza fiato, senza respiro, senza soluzione di continuità. Forse è un nostalgico dell'Impero Austro-Ungarico e dunque vuole farci pagare la dissoluzione che in parte abbiamo provocato anche noi con la vittoria nella Prima Guerra Mondiale. Al di là dell'ironia queste persone sono totalmente imprigionate in una gabbia mentale paurosa, quella dell'austerità per abbattere i costi di produzione ed orientare maggiormente la nostra produzione verso l'esportazione (peraltro noi a differenza dell'Austria abbiamo i conti con l'estero in forte attivo).





Ma non è tanto questo il problema: il fatto è che i grandi caporioni europoidi (Nowotny è anche nel board della BCE) non si rendono conto che c'è un oste che sta per presentare il conto.


Meno di un mese fa il consigliere per il commercio internazionale della Casa Bianca, Peter Navarro ha detto ha chiare lettere (totalmente ignorato in Europa) che l'Euro è un "marco mascherato" e svalutato grazie alla crisi perenne imposta con il waterbording dei parametri di Maastricht ai paesi più fragili dell'area euro al fine di fare concorrenza sleale nei mercati mondiali e segnatamente agli USA. A parte il fatto che ha ragione, questa affermazione fatta aperta verbis e fuor di metafora significa che gli USA non sono più disposti a tollerare una simile concorrenza sleale fatta con il dumping monetario da chi in Europa crede di essere più furbo degli altri. E sarà difficile che la Merkel vada a Washington a dire che "devono fare i compiti a casa". Gli USA non ci cascano e hanno tutti gli strumenti per fargliela pagare cara.


Come se non bastasse ieri Trump ha dichiarato che l'Eu deve aprire immediatamente i negoziati con gli USA per il commercio internazionale. Precisamente ha parlato di fine del protezionismo sui prodotti agricoli attuato dall'UE e basta tariffe agevolate sulle auto: alle auto americane importate in UE viene imposto un dazio del 10% mentre alle auto europee esportate in USA viene imposto un dazio del 2,5%. Se tutto questo non finisce Trump si è dichiarato pronto ad imporre forti dazi.


Insomma, sta per partire la sacrosanta aggressione al modello export Landing europeo e alla furbizia tedesca. Soffriremo anche noi, ma vedere la demolizione del tessuto industriale e delle finanze dei nostri carnefici sarà un piacere non da poco.

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