A giugno l'industria tedesca ha subito il peggior calo annuale dell'ultimo decennio.
La produzione è diminuita del 5,2% rispetto all'anno precedente a causa del calo del commercio globale*.
Eppure la Germania, col suo surplus monstre, potrebbe investire decine di miliardi di euro sul mercato interno, facendo crescere sensibilmente i salari e, conseguentemente, la domanda di beni e servizi.
Nonostante quello che la stampa dominate racconta infatti, la Germania ha tagliato da anni gli stipendi.
Non è un caso infatti che si tratti di uno dei Paesi in Europa col più alto numero di working poor.
Purtroppo questo non accadrà mai, ce lo insegna la storia.
Come ricorda Christopher Jeffery, Fixed Income Strategist di Legal & General Investment Management, che la Germania inizi a spendere «sembra probabile come conservare una mente lucida dopo una giornata all’Oktoberfest».
Hanno l'incubo dell'inflazione. Poco importi che le politiche di austerità che implementano da anni, costringendoci anche tutti i Paesi europei, siano state proprio quelle che il nazismo lo hanno portato al potere.
Come ricorda uno studio, infatti, nella Germania di Brüning "l'aumento di 1 deviazione standard nelle misure di austerità si associava a un aumento di 2-5 punti percentuali di consensi per il partito nazista"*.
L'Unione Europea e l'euro sono gli strumenti che la Germania ha utilizzato per imporre il suo modello improntato all'export.
Un modello che ha dimostrato ormai tutti i suoi limiti e la sua insostenibilità.
È ora di cambiare direzione, di uscire da questa gabbia di mentecatti liberali che è l'Unione Europea, riprendere in mano la sovranità e, quindi, le redini del nostro futuro.
C'è un Paese da ricostruire, a partire dal Sud Italia, da troppi anni abbandonato a se stesso. Lo dobbiamo ai milioni di giovani che sono stati e sono tuttora costretti a lasciare la propria terra in cerca di un lavoro dignitoso.
[* German Industry Suffered Worst Annual Drop in a Decade in June
Bund a rischio «estinzione» se la Germania non spende
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