Alitalia, i servizi pubblici essenziali appartengono allo Stato. Paolo Maddalena: "E' il sistema economico predatorio neoliberista che ci porta alla rovina"


di Paolo Maddalena


Nella questione Alitalia, come già detto ieri, non si tiene conto del fatto che si sta operando in una materia, i servizi pubblici essenziali, che appartiene allo Stato, il quale ai sensi dell’articolo 43 della Costituzione ha, allo stato dei fatti, l’indiscutibile compito di “nazionalizzare” le industrie che agiscono in questo settore.

Potremmo parlare a riguardo anche di “requisizione”, poiché si tratta di mobili e immobili il cui utilizzo è indispensabile per assicurare lasoddisfazione di un urgente e improcrastinabile di interesse pubblico.


Invece è avvenuto completamente il contrario. Alitalia, società pubblica appartenente allo Stato e cioè al Popolo italiano, è stata maldestramente privatizzata, in modo da impedire allo Stato la possibilità di garantire il funzionamento dei servizi pubblici essenziali.


È vero che gli amministratori di Alitalia, hanno agito malissimo, ma questa non è una ragione per gettare l’acqua sporca con il bambino, cioè per svendere a privati un’azienda di proprietà pubblica.


Se oggi fosse rimasta la proprietà pubblica di tale impresa non ci sarebbe nessun problema per assicurare la regolarità del servizio aereo.


Siamo invece arrivati all’assurdo che lo Stato, dopo aver ceduto a prezzo vile una società pubblica appartenente al Popolo italiano, deve ora pregare con il cappello in mano soggetti privati, come Atlantia, affinché entrino a far parte della compagnia aerea, soggiacendo persino a probabili ignobili ricatti, come rilevato dalla stampa.


A questo punto è chiaro che il comportamento delle imprese interessate a far parte della compagnia Alitalia stanno agendo contro l’interesse pubblico italiano e contro il funzionamento dell’economia nazionale.


È errato in questa situazione cercare compromessi con soggetti che hanno dimostrato di perseguire solo egoistici interessi personali e non certo il bene della Nazione.


Abbiamo già investito della questione il Procuratore della Repubblica di Roma e il Procuratore della Repubblica di Civitavecchia, facendo presente che sono stati spesi 9 miliardi e si pensa di spendere ancora, per un’ulteriore proroga, altri 400 milioni per tenere in piedi una compagnia, per la quale non è prevedibile uno sbocco finale.


Si fa presente inoltre, che negli ultimi 10 anni fra Alitalia, Ilva e Mose sono stati dilapidati 40 miliardi di euro, pagati dal popolo italiano senza avere nulla in cambio.


Con tale somma avremmo potuto certamente riportare nella proprietà pubblica Alitalia e altre imprese che ora scalpitano per ottenere il massimo guadagno contro l’interesse del popolo italiano.


Insomma, come siamo soliti ripetere, è il sistema economico predatorio neoliberista che ci porta alla rovina e l’unica soluzione che devono adottare i nostri governi è quella di eliminare, poco per volta, le leggi incostituzionali che hanno prodotto questo sistema predatorio, eliminando il sistema produttivo di stampo keynesiano voluto dalla nostra Costituzione.

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