Italia intrappolata nella gabbia UE e le strategie commerciali della Russia. Intervista a Demostenes Floros

12 Dicembre 2020 15:54 La Redazione de l'AntiDiplomatico

A partire dai primi Anni Duemila, sino al 2014, gli scambi commerciali tra Italia e Federazione Russa sono costantemente aumentati, se si esclude una breve flessione a cavallo della crisi scoppiata nel biennio 2007-9 (mutui sub-prime). Il triennio 2014-17, ha invece visto un significativo crollo dell’import-export riconducibile alle sanzioni nonostante le quali, poco alla volta, stavamo recuperando. Nel 2020, l’avvento della pandemia ha ovviamente peggiorato la situazione.

I settori di maggiore cooperazione sono l’energia, la meccanica, l’alimentare, l’agroindustria, il retail e il turismo, senza dimenticare gli scambi culturali. La pandemia però potrebbe avere aperto ad un nuovo settore di cooperazione: la telemedicina, un campo in cui la Russia ha accumulato un’enorme esperienza in virtù delle caratteristiche territoriali di quel paese. Stiamo parlando di progetti che consentono di fornire non solo assistenza medica nei luoghi più remoti del pianeta, ma anche lavoro e istruzione. Inoltre, ci tengo a sottolineare che la telemedicina rappresenta la vera rivoluzione tecnologica, nella misura in cui si affianca all’uomo, anziché sostituirlo.

Esiste una forte complementarietà tra le due economie. Quella italiana è basata sulle PMI, di cui i russi sono privi o quasi. Quella russa invece sull’industria pesante che l’Italia ha purtroppo abbandonato quasi del tutto. Tale complementarietà, che nasconde punti di forza, ma anche di debolezza, è stata messa a dura prova dalle sanzioni;

Oltre al ruolo ufficiale della Rappresentanza Commerciale della Federazione Russa in Italia, così come della diplomazia italiana a Mosca, desidero citare la preziosa attività svolta dall’Associazione Conoscere Eurasia la quale, a partire dal 2008, organizza ogni anno il business Forum di Verona. Nel corso del tempo, quest’ultimo si è trasformato da Forum Italia-Russia a Forum Eurasiatico, coinvolgendo attori economici che vanno dall’Europa Occidentale al Giappone, passando per il Medio Oriente. Senza dubbio, il Forum di Verona è oramai secondo per importanza solamente a quello di Davos e Pietroburgo.

Ma quali sono gli avvenimenti politici che hanno determinato un cambiamento dell’andamento nelle relazioni commerciali? L’atteggiamento degli Stati Uniti ha forse condizionato il trend degli scambi commerciali tra Italia/Unione Europea e la Russia? Estendendo l’orizzonte geografico, quali sono in questo tempo pandemico le relazioni politico-commerciali che la Russia sta estendendo a est, ovest e a sud dei propri confini?

L’intervista che segue tenta di rispondere a queste domande:

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