Covid e neoliberismo. In America Latina la peggiore crisi degli ultimi 120 anni

18 Dicembre 2020 17:07 La Redazione de l'AntiDiplomatico

La pandemia di Covid-19 causata dal nuovo coronavirus oltre a colpire la salute ha provocato sconquassi in praticamente tutto il mondo, fatta salva la Cina, a livello economico. Alcuni osservatori affermano che le conseguenze della pandemie sui sistemi economici saranno forse finanche peggiori della stessa pandemia.

Una delle regioni a patire maggiormente la crisi è l’America Latina.

L'America Latina e i Caraibi chiudono il 2020 con un calo del PIL del 7,7% e un tasso di disoccupazione del 10,7% dopo un periodo definito dalla Commissione economica per l'America Latina e i Caraibi (CEPAL) come la peggiore crisi nella regione in 120 anni a causa della pandemia COVID-19, come indica America XXI.

Un rapporto redatto dalla CEPAL ha stimato che, sebbene la regione preveda che l'attività economica potrebbe migliorare del 3,7% nel 2021, allerta che se dovessero aumentare i focolai pandemici, la ripresa potrebbe essere ulteriormente ritardata.
Dopo aver confermato il calo del PIL, la commissione delle Nazioni Unite ha sottolineato che è fondamentale che le persone mantengano misure di protezione molto elevate. La distribuzione dei vaccini è un altro fattore determinante.

"Il vaccino è pronto, ma questo non significa che la pandemia sia stata controllata, non sappiamo ancora quando e come verrà distribuito, quindi è essenziale che le persone mantengano la disciplina”, afferma la commissione economica.

Il rapporto ricorda che anche prima della crisi del coronavirus, la regione è progredita solo in media dello 0,3% nel periodo 2014-2019 e che lo scorso anno è cresciuta solo dello 0,1%.

Un rallentamento dovuto con ogni probabilità a causa delle politiche depressive a livello economico attuate da quei paesi dove sono tornate al governo forze neoliberiste. Mentre altri, Venezuela su tutti, sono gravemente colpiti da draconiani e illegali sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti.

Questo scenario si è aggravato con i confini e la chiusura delle attività produttive causati dalla pandemia, che ha portato ad un calo delle entrate commerciali e fiscali.

Una delle conseguenze immediate della crisi è l'aumento della disoccupazione, che nel 2020 ha raggiunto il 10,7%, aumentando così povertà e disuguaglianza.

Secondo CEPAL i Caraibi sarebbero la sottoregione più colpita, con una contrazione del 7,9%. A seguire il Sud America con il -7,3% e il Centro America con il 6,5%. Il Messico registra un calo del 9% del PIL.

"La nostra regione è la più colpita al mondo", ha affermato il Segretario Esecutivo della CEPAL Alicia Bárcena, spiegando che la pandemia ha amplificato i problemi strutturali storici dei paesi che la compongono.

Oltre al coronavirus, per la regione centro-sud americana è fondamentale sconfiggere il virus del neoliberismo per tornare a vivere.

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