La Crisi governativa in Italia vista dalla Germania. Faz: "La sveglia di Renzi"

di Rüb Matthias, “Renzis Weckruf”, FAZ, 18 gennaio 2021

A Roma la scorsa settimana si è sciolta la coalizione. Una volta ancora. Oggi il presidente del Consiglio Giuseppe Conte deve ottenere un voto di fiducia alla Camera dei Deputati.

Il suo governo era il 66° della Repubblica Italiana. Con quasi mille giorni in carica, il professore di diritto, pugliese e non iscritto ad alcun partito, fa già parte di quelli che hanno governato più a lungo dal 1946. In Italia, le crisi di governo fanno parte dell'attività quotidiana di chi sta al potere a Roma. Ciò non è sinonimo di instabilità politica: dalla seconda guerra mondiale si sono svolte 19 elezioni federali nella Repubblica Federale Tedesca e 18 elezioni parlamentari in Italia.

Pure nella crisi attuale, molti elementi stanno ad indicare che il parlamento eletto a marzo 2018 non sarà sciolto anticipatamente.

Come già nella prima crisi di governo dell'attuale legislatura nell'agosto 2019, è probabile che alla Camera dei Deputati e al Senato si trovino nuove maggioranze per un nuovo governo. E i parlamentari eletti probabilmente rimarranno ai loro posti fino alla fine del loro mandato quinquennale.

Preoccupazione per le diarie e per i populisti di destra

Già a causa delle diarie estremamente generose che non hanno eguali nel confronto europeo. In quanto, molti dei Senatori in carica e ancor più degli Onorevoli della Camera dei Deputati li perderanno sicuramente: la prossima assemblea popolare sarà sensibilmente più piccola, per conseguenza di una riforma parlamentare già entrata in vigore. Per il Primo Ministro, sfinito ma senza liquidato, questa è la migliore polizza d’assicurazione.

Oltre a ciò, Conte sa che pure il presidente Sergio Mattarella vuole evitare nuove elezioni. Conseguentemente, come già al tempo dell'ultima crisi di governo, tali elezioni le vincerebbe l’alleanza dei partiti conservatori sotto la guida della Lega nazionalista di destra.

Ma perché l'Italia ha dovuto essere gettata in una crisi di governo nel mezzo della crisi del Covid? Quale responsabile è stato da tutti individuato l'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi. Perché quest’ultimo ha ritirato dalla coalizione i ministri del suo partito liberale di sinistra, Italia Viva. Renzi, il prodigio politico della socialdemocrazia italiana, durante il suo mandato dal 2014 al 2016 aveva dimostrato di essere un riformatore liberale.

Non si debbono versare lacrime per il governo

Ma l'incorreggibile egocentrico, che voleva dare forma a un'intera epoca, provocò lui stesso la propria improvvisa caduta. Sino ad oggi egli non se ne è ancora consolato.

D’altra parte, non si deve piangere per il secondo gabinetto Conte, fatto cadere da Renzi. Gli ineguali partner della coalizione del movimento populista 5s di sinistra e dei socialdemocratici [del Pd], da quando sono entrati in carica, hanno continuamente litigato e si sono a vicenda paralizzati. Mentre nella prima ondata della pandemia Conte si era dimostrato un equilibrato gestore della crisi e moderatore della coalizione, nella seconda ondata egli si è mostrato vieppiù sopraffatto.

La coalizione di sinistra di Conte voleva riversare i 209 miliardi di euro del Fondo per la ricostruzione dell'UE sulla propria rispettiva clientela, anziché utilizzarli per finanziare le riforme strutturali da lungo tempo attese. Solo dopo l'ultimatum di Renzi la spesa prevista per sanità, istruzione e infrastrutture è aumentata in modo significativo.

Inoltre, Renzi insiste giustamente sul fatto che l'Italia attinga pure ai miliardi di euro del Mes, che sono riservati al sistema sanitario in difficoltà del Paese. Ma i 5s, per testardaggine ideologica, non vogliono ricorrere a tali finanziamenti.

La rottura di Renzi con la coalizione è pure stata una sveglia. Il nuovo governo di Roma dovrebbe dargli retta.

(Traduzione di Musso)

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