Dipartimento Ue per la salute: due terzi dei membri con conflitti d'interesse con la grande industria. Corporate Europe


Nel dipartimento della Commissione Europea che dovrebbe tutelare gli interessi dei consumatori esistono enormi conflitti d'interesse. Lo rileva l'ultimo rapporto del Corporate Europe Observatory (CEO), ripreso dal sito il cambiamento.it.
Le commissioni del Directorate General for Health and Consumer Affairs (DG Sanco) si occupano, nello specifico, di attestare i rischi per l’essere umano e per l’ambiente delle sostanze chimiche presenti in grandi quantità nei prodotti che usiamo ogni giorno, dagli shampo ai biberon. L’opinione di queste commissioni sta alla base dei regolamenti della Commissione Europea in tema di sicurezza e divieti. Ebbene la ricerca ha rivelato che «i due terzi degli scienziati hanno almeno uno, ma alcuni molti di più, conflitti di interesse dovuti ai loro legami con l’industria. L’analisi ha riguardato in particolare le procedure di valutazione di quattro sostanze, inclusi i parabeni (distruttori endocrini) e il biossido di titanio (che danneggia il DNA) sotto forma di nanoparticelle. Il problema è che più del giudizio sulla salute, alle commissioni sembra interessare quello delle fortune finanziarie delle società che quelle sostanze le producono e le utilizzano.
Il rapporto, prosegue il cambiamento.it, ha preso in esame le dichiarazioni annuali sul conflitto di interesse di 57 membri delle commissioni che hanno a che fare con parabeni, biossido di titanio nano in nano particelle, nano-argento e amalgame dentarie al mercurio. Il 67% di essi è risultato avere legami con industrie con interesse diretto o indiretto nelle sostanze chimiche interessate. La ricerca rivela legami con il gigante farmaceutico GlaxoSmithKline, il gigante della chimica DuPont e la multinazionale Unilever. Nella maggior parte dei casi questi esperti hanno avuto rapporti con le industrie come consulenti. La salute umana e dell'ambiente alla mercé di valutazioni non indipendenti.

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