Gianni Cuperlo: "Economisti, giuristi, storici, filosofi ragionino insieme sul futuro dell'euro"


Intervenendo al Convegno "L'Italia può farcela?" di A-simmetrie, Gianni Cuperlo ha dichiarato: "Ho un handicap non da poco in un dibattito del genere: sono un esponente del PD".

Il deputato di riferimento della cosiddetta minoranza di sinistra del partito guidato da Renzi ha aggiunto: "le questioni poste da Bagnai e Giacché sulla moneta unica sono serissime e la politica non può farsi delle domande. La tradizione del nostro paese con il cosiddetto vincolo esterno è storico. Siamo arrivati ad un passaggio dramatico nel 1991: non capisci la storia dell'Europa se non affronti la questione tedesca. La moneta unica è divenuta lo strumento di quel passaggio".

"Avevamo avuto un'economia mista e poi successe qualcosa che mi ha colpito leggendo le memorie di Guido Carli che negoziò il trattato di Maastricht per l'Italia: c'è un impianto che si occupa solo della stabilità dei prezzi. C'è un impianto liberista che è alla base del collasso attuale". "Sono convinto che il limite della sinistra di oggi sia stato utilizzare una retorica europeista come scudo, ma la retorica dell'Europa di ieri, che è stato alla base un progetto miracoloso che non hanno fatto i banchieri ma la politica". La retorica dell'europeismo ha offuscato la possibilità per la politica di affrontare alla base la crisi degli ultimi sei anni.

Riprendendo il dramma della Grecia Cuperlo dichiara come bisognava dire di no. La politica e non solo doveva dire di no. Esattamente come Keynes fece a Versailles quando si alzò e se ne andò dicendo che le riparazioni contro la Germania sarebbero la fine e deflagrazione dell'Europa.

"L'euro è sostenibile economicamente e per la democrazia? La sovranità monetaria e politica non riguarda solo l'Europa, ma tutte le democrazie sviluppate che stanno spostando il potere dal Parlamento al governo. Come si esce? Un conflitto interno che imponga la fine dello scambio tra flessibilità e riforme strutturali (riduzione dei salari e la riduzione dei diritti dei lavoratori). Non lo possiamo permettere come forza di sinistra", ha proseguito Cuperlo. "L'uscita dall'euro? Non mi avventuro su questioni economiche. La questione dell'Europa e della moneta deve essere ora affrontata da economisti, storici, giuristi, filosofi. E' tempo di mescolare il sapere che possa permetterci di immaginare al paese e all'Europa come lo immaginiamo tra vent'anni", ha concluso.

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