E' tempo che l'Occidente offra a Putin un accordo sull'Ucraina. Financial Times

Gli eserciti dovrebbero combattere le guerre che possono combattere piuttosto che quelle che desiderano combattere, esordisce John Thornhill, vicedirettore del Financial Times, riprendendo una massima che i leader occidentali dovrebbero prendere in considerazione nella loro confronto con la Russia.

I leader occidentali hanno avuto ragione di sanzionare la Russia per aver ridisegnato unilateralmente i confini internazionali. L’annessione della Crimea e l’intervento in Ucraina orientale hanno ricreato l'anarchia in Europa. Tale aggressione non poteva passare senza risposta.
Ma anche se le sanzioni fossero una punizione necessaria si sono dimostrate un deterrente inefficace. Non hanno cambiato il comportamento russo. Il loro impatto è stato quello di aumentare la popolarità di Putin e rafforzare i sostenitori della linea dura del Cremlino, che assaporano l'isolamento.
Qual è il prossimo passo? Il realismo suggerisce che è tempo che l'Occidente e l'Ucraina cerchino di raggiungere un accordo con la Russia. L'imposizione di sanzioni - e la minaccia di una loro escalation - ha fornito la leva necessaria. Per motivi di stabilità dell'Ucraina, l'Occidente dovrebbe utilizzare tale leva per ottenere la soluzione diplomatica che può, piuttosto che quella che idealmente desidererebbe
La priorità principale per l'Occidente deve essere quella di aiutare una prospera e sicura Ucraina a superare le turbolenze. Questa è una sfida gigantesca. Ma non potrà mai avere successo con una Russia ostile ai suoi confini (e all'interno dei suoi confini) determinata ad indebolire l'Ucraina come entità politica ed economica.
Una risposta potrebbe essere quella di costringere la Russia a ritirarsi. Ma con il rischio di iniziare la terza guerra mondiale, questo non succederà. L'Occidente non è disposto a dispiegare truppe per difendere l'Ucraina, né - per il momento - è persino disposto a fornire armi pesanti a Kiev.
Peggio ancora, l'Occidente non riesce a fornire il sostegno finanziario necessario per evitare che l'economia ucraina scompaia in un buco nero.
Il protocollo di Minsk, l'accordo di cessate il fuoco firmato da Russia e Ucraina nel mese di settembre sotto gli auspici dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, fornisce la base per un accordo politico globale.
L'Occidente dovrebbe inoltre rispondere al desiderio di Putin di discutere l’architettura della sicurezza europea. L'Occidente dovrebbe anche accettare che la NATO non si espanderà in Ucraina. Non sarebbe saggio per l'Alleanza spingere per l'inclusione di un paese che è così diviso.
Naturalmente, non vi è alcuna garanzia che Putin sarebbe d'accordo. Il suo obiettivo può essere de facto la partizione dell'Ucraina. Mosca ha strappato il Memorandum di Budapest firmato nel 1994 per garantire l'indipendenza dell'Ucraina e finora non è riuscita a sostenere il protocollo di Minsk.
Ma, come George F. Kennan scrisse nel suo famoso articolo "X" su Foreign Affairs nel 1947 su come contenere l'espansionismo sovietico, "le richieste dell’Occidente sulla politica russa dovrebbero essere presentate in modo tale da lasciare la strada aperta per un accordo non troppo dannoso per il prestigio russo".

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