Si dimette il relatore Onu per i diritti umani nella Palestina Occupata a causa della mancanza di collaborazione da parte di Israele

di Paola di Lullo
Dopo 18 mesi si è dimesso. 18 mesi di ostacoli, di ripetute richieste verbali e scritte che non hanno ricevuto risposta. 18 mesi di "profonda preoccupazione per la mancanza di effettiva tutela delle vittime palestinesi dalle continue violazioni dei diritti umani e dalle violazioni del diritto umanitario internazionale".
Il relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi, Makarim Wibisono, ha presentato le sue dimissioni al presidente del Consiglio per i Diritti Umani, dopo che Israele gli ha ripetutamente negato l'accesso ai Territori Palestinesi Occupati (OPT).

Wibisono, ex diplomatico indonesiano, aveva assunto la carica di relatore speciale dell'ONU sulla situazione dei diritti umani nei Territori Palestinesi nel giugno 2014. Le sue dimissioni, rassegnate lunedì 4 gennaio, saranno effettive dal 31 marzo prossimo.

Il diplomatico ha espresso profondo rammarico per non essere riuscito, nel corso del suo mandato, ad avere accesso ai Territori Palestinesi Occupati, né in Cisgiordania né nella Striscia di Gaza. Accesso che gli era stato assicurato, prima di assumere l'incarico, come osservatore imparziale ed obiettivo. La sua ultima richiesta è dello scorso ottobre, inascoltata e senza risposta, come le precedenti.

"Purtroppo, i miei sforzi per contribuire a migliorare la vita dei palestinesi, vittime di violazioni sotto l'occupazione israeliana, sono stati frustrati in ogni passo del cammino ... È mia sincera speranza che chi mi succederà, riuscirà a risolvere l'impasse attuale, e quindi a rassicurare il popolo palestinese che, dopo quasi mezzo secolo di occupazione, il mondo non ha dimenticato la loro situazione e che i diritti umani universali sono davvero universali", ha dichiarato Wibisono.

Il Consiglio dei Diritti Umani ha definito la posizione del Relatore Speciale sulla situazione dei diritti umani nei Territori Occupati Palestinesi nel 1993 ed ha sempre rinnovato il mandato.

Ma per Israele il Consiglio è prevenuto, e pertanto questo giustifica il suo rifiuto di collaborare alle indagini.

Anche gli USA boicottano l'organismo delle Nazioni Unite per protestare contro quello che descrivono come un approccio prevenuto contro Israele. Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti lunedì ha detto che spera che la sostituzione di Wibisono possa portare ad un approccio equo ed equilibrato, sebbene Washington si opponga all'idea del Relatore Speciale per i diritti umani.

Il ministero degli Esteri israeliano, attraverso il suo portavoce, Emmanuel Nahshon, ha dichiarato che il mandato di Wibisono era tale da "non poter offrire una visione imparziale", poiché si ignorano gli abusi contro gli israeliani.
"Il mandato del Relatore è tale che non possa svolgere il suo lavoro in modo obiettivo ed equo, dal momento che l'attenzione è rivolta esclusivamente alla parte palestinese e si basa sulla narrazione palestinese, ignorando gli abusi contro i civili israeliani", ha aggiunto.

"Anche i diritti umani israeliani sono quotidianamente violati dai palestinesi e finché lo si ignora, il Consiglio non sarà preso sul serio", ha concluso Nahshon.

"I palestinesi ed i loro sostenitori in seno al Consiglio godono dell'appoggio della maggior parte dei 47 Stati membri, il che porta ad una prestazione unilaterale e discriminatoria del Consiglio e dei suoi vari meccanismi", dice la nota, aggiungendo che "fin tanto che questo stato di cose persisterà, l'atteggiamento di Israele lo rifletterà".

Individuando come "parziale e distorto" il mandato del Relatore Speciale sulla situazione dei diritti umani nei Territori Occupati, le autorità israeliane hanno continuato a negare loro l'accesso agli stessi.

Wibisono ha preso il posto del professore americano Richard Falk, professore emerito di diritto internazionale presso la Princeton University. Durante il suo mandato di sei anni, come Relatore Speciale dell'ONU, Falk si era visto bloccare più volte l'accesso ai Territori Occupati a causa delle sue posizioni, tra cui l'invito a boicottare le aziende israeliane operanti nei Territori Palestinesi.
Lo scorso giugno, a sua volta, Wibisono aveva duramente criticato l'offensiva israeliana del 2014 contro Gaza, dichiarando che la "ferocia della distruzione e l'alta percentuale di vite civili perse a Gaza sta suscitando seri dubbi sulla reale adesione di Israele al diritto umanitario internazionale".

E nel mese di novembre, aveva accusato le forze di sicurezza israeliane di fare uso eccessivo della forza contro i palestinesi. Non solo. Aveva parlato di probabili esecuzioni sommarie di palestinesi, da parte israeliana, nel tentativo di reprimere un'ondata di attacchi con coltelli, pistole e automobili.

Ha infine sottolineato l' importanza per la credibilità di Israele, in tema di diritti umani, di cooperare e di fornire l'accesso ai Territori Palestinesi. Mentre, invece, Israele ha rifiutato di cooperare con quasi tutti i meccanismi di indagine internazionali rivolti ad accertare presunte violazioni dei diritti umani e crimini di guerra.

Di contro, , Wibisono ha sottolineato la "piena collaborazione" del governo Palestinese.
Il Centro Palestinese per i Diritti Umani (PCHR) sottolinea che Israele continua ad impedire l'ingresso nei Territori Occupati Palestinesi ai Relatori Speciali per nascondere la verità relativa ai crimini di guerra ed alle gravi violazioni dei diritti umani contro i palestinesi.
Inoltre, il Pchr chiede alla comunità internazionale di prendere una posizione seria per fermare le violazioni israeliane contro il popolo palestinese e per porre fine all'inadempienza di Israele con il diritto internazionale.
Fonti : The Independent
Daily Mail
+ 972 Magazine
The Palestinian Center for Human Rights

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