Ex capo dell'IDF: Lo 'Stato di Facebook' è la più grande minaccia in Medio Oriente per Israele


di Paola di Lullo

Anni di battaglie virtuali. Di giornate spese a leggere, scrivere, riportare l'occupazione sionista della Palestina. Anni di lacrime, di dolore. Anni in cui abbiamo accompagnato per mano, virtualmente, i Palestinesi nella loro battaglia. In cui abbiamo sofferto per le loro perdite, dalla terra, alle case, all'acqua, ai familiari. Anni in cui abbiamo visto le cicliche distruzioni di Gaza e le quotidiane umiliazione in Cisgiordania. In cui un pezzetto di noi andava via ogni volta, troppe volte, che un genitore seppelliva un figlio. Anni d'insulti, di quelli della peggior specie, di profili segnalati e/o bloccati. Anni in cui ci sembrava di non essere abbastanza, di non essere sufficientemente forti e capaci contro il mostro sionista. Anni in cui ci sembrava di raccontarcela tra di noi, la verità. Anni in cui, a volte, un senso di sconfitta ha preso il sopravvento.

Ma la dichiarazione dell'ex capo dell'Intelligence dell'IDF, Amos Yadlin, ricompensa, in parte i nostri sforzi. Ci spinge a continuare, perché la strada è quella giusta. Raccontare la verità è sempre la strada giusta.
La dichiarazione, durante la conferenza CyberTech, tenutasi il 29 gennaio scorso a Tel Aviv. Amos Yadlin, ex capo della Military Intelligence Directorate dell'IDF, ha sostenuto che "La nazione più pericolosa che sta operando in Medio Oriente contro Israele è lo stato di Facebook". Lo riporta il sito web ebraico di notizie NRG.
Nelle stesse ore in cui si teneva la conferenza, Israele ha subito un "grave" attacco informatico contro la rete elettrica. Lo riferisce il ministro dell'Energia israeliano Yuval Steinitz.
"La nazione più pericolosa che sta operando in Medio Oriente contro Israele è lo stato di Facebook", ha dichiarato l'ex capo della Military Intelligence Directorate dell'IDF, secondo quanto riportato dal sito web ebraico NRG.
"Ha molto più potere di chiunque stia operando con le armi", ha detto Amos Yadlin, che è anche il direttore esecutivo presso l'Istituto per gli studi sulla sicurezza nazionale a Tel Aviv. "Rispetto a prima, non c' è più una minaccia militare reale contro Israele. È invece una minaccia strategica. "
Yadlin ha dichiarato che non è stato fatto abbastanza nell'affrontare la piaga del materiale anti-Israele, compreso l'antisemitismo e l'incitamento alla violenza contro gli israeliani, che circola sui social media.
Il ministro della Sicurezza pubblica e dell'Informazione Gilad Erdan, nel frattempo, ha dichiarato che il governo israeliano ha stanziato 100 milioni di NIS per "elaborare soluzioni per la battaglia sui social media", sempre secondo NRG.
Ma è attendibile questo sito web d'informazione? Sembrerebbe di sì, considerato che è il sito web semi-indipendente del quotidiano medio-popolare Maariv,pubblicato in Israele, secondo nelle vendite solo al tabloid Yedioth Ahronoth. Oltre al quotidiano e ai suoi supplementi, il gruppo possiede una catena di giornali locali, con una distribuzione su scala nazionale, una divisione riviste, e il sito web NRG, appunto, che include parte degli articoli stampati sul quotidiano.
Intanto, ci aveva pensato il Mossad a confondere le acque, tramite un gruppo legale con cui aveva stretti rapporti.

Perché? Per mostrare che Facebook era di parte, era contro la loro amata democrazia. Che chiunque scriva contro Israele ed i sionisti è un antisemita. Qui occorre precisare che i semiti sono un'etnia, non una corrente politica o uno stato. Semiti sono, in primis, i Palestinesi. Basterebbe questo a mettere a tacere gli ignoranti che ci vogliono xenofobi, istigatori all' odio. L'esperimento di questo gruppo ci dà pienamente ragione, Non abbiamo insultato, ingiuriato, diffamato nessuno.

Abbiamo solo sete di verità e quella continuiamo a scrivere su Facebook come su ogni altra piattaforma sociale, vista la pochezza dei nostri media maistream.

Torniamo al gruppo. Costoro hanno ammesso di aver creato su Facebook una pagina apparentemente pro palestinese e di averla usata per far apparire dichiarazioni antisemite, tra cui "Morte a tutti gli ebrei", apparsa anche su You Tube. Non solo. Il gruppo israeliano ha anche intentato una causa contro Facebook, accusato di consentire l' "incitamento" palestinese

Shurat HaDin, questo il nome del gruppo, sostiene di essere una "organizzazione per i diritti civili", ma i media israeliani la descrivono come una "organizzazione non governativa israeliana", un "gruppo di pressione", o anche un "centro legale" indipendente.

Informazioni dell'ambasciata statunitense, trapelate da Bradley Manning e pubblicate da Wikileaks, raccontano una storia molto diversa.
La direttrice di Shurat HaDin, Nitsana Darshan-Leitner ha detto in privato a un funzionario dell'ambasciata degli Stati Uniti che il suo gruppo "ha assunto la direzione" dei casi giudiziari da perseguire e che "riceve prove" di spionaggio internazionale e di assassinio dal Mossad e dal Consiglio di Sicurezza Nazionale di Israele.
In un video pubblicato su YouTube nella prima metà di gennaio, Shurat HaDin ha rivendicato la responsabilità per la creazione di una pagina Facebook dal titolo "Stop israeliani" il 29 dicembre.

Il link del video : https://www.youtube.com/watch?v=i3KfQoFHEDs

Uno screenshot tratto da YouTube mostra la falsa pagina "pro palestinese" del gruppo collegato al Mossad. Sulla pagina compare un cartone animato sulla minaccia israeliana ad al-Aqsa,con l'affermazione: " vendetta contro il nemico sionista che minaccia Al Aqsa! Morte a tutti gli ebrei! [sic] "

Shurat HaDin ha affermato di aver creato la pagina falsa come "esperimento su Facebook", per dimostrare che il gigante dei social media è polarizzato contro gli israeliani.

Ha affermato anche di aver creato una seconda pagina razzista, questa volta dal nome "Stop palestinesi", e di aver quindi segnalato, contemporaneamente, entrambe le pagine. L'ultima, anti-palestinese, è stata immediatamente rimossa, la prima, antisemita, dopo alcuni giorni.
Parlando al Jerusalem Post, Gilad Ravid, della Ben Gurion University del Negev, ha criticato l'iniziativa di Shurat Hadin, dicendosi "non convinto che le conclusioni tratte da questo esperimento possano essere corrette". Ha inoltre sottolineato come la lettura di quei messaggi antisemiti possa aver creato "disagio significativo" per chi li ha letti prima della rimozione della pagina.

Al giornali che hanno seguito l'esperimento, inclusi il Wall Street Journal e il New York Post, è stata inviata dal gigante dei social media il seguente comunicato : "Facebook non tollera l'incitamento all'odio contro le persone, nemmeno sulla base della loro nazionalità. Entrambe queste pagine sono state ora rimosse da Facebook ".
Come la mettiamo, adesso, cara Israele????
Fonti : Algemeiner
Electronic Intifada

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