ISRAELE SPARA ANCORA ED UN UCCIDE UN RAGAZZO DI 15 ANNI


di Paola Di Lullo
Tornare a casa dopo una giornata trascorsa in un parco di un villaggio vicino casa ed incontrare la morte. È successo la notte scorsa al quindicenne Mahmoud Raafat Badran, del villaggio di Beit Ur al-Tahta.

Mahmoud ed i suoi amici, avevano cercato riparo dalla calura estiva in un parco, dove sembra ci fosse anche una piscina. Una giornata "normale", per quanto normale possa considerarsi la vita dei ragazzini palestinesi, nati e vissuti sotto occupazione. Giochi, scherzi, risate, relax. A fine giornata, avevano ripreso la macchina per tornare a casa, dove le famiglie li attendevano. Invece, almeno per Mahmoud, la famiglia ha atteso invano.



Secondo le prime ricostruzioni, poco prima del passaggio della macchina che trasportava Mahmoud ed i suoi 5 amici, sulla Route 443, a ovest di Ramallah, un gruppo di palestinesi avrebbe lanciato sassi e bottiglie molotov contro una macchina che trasportava cittadini israeliani ed avrebbe versato olio sulla strada. I feriti, un israeliano e due ventenni stranieri, sono stati trasferiti allo Shaare Zedek Medical Center e già dimessi.

La macchina su cui viaggiavano, ignari, Mahmoud ed i sui amici, aveva appena imboccato un tunnel quando i soldati dell'esercito israeliano, vedendo la loro auto transitare su una strada parallela alla Route 443, ha "inondato" il veicolo con il fuoco vivo, uccidendone Mahmoud e ferendo i quattro amici, di cui tre in modo grave, colpendoli alla testa ed al torace. Tre ragazzi, Dawood Isam Kharroub, suo fratello Muhammad, e Ahd Ikram Suleiman, sono stati ricoverati al Palestine Medical Complex a Ramallah City. Il quarto si trova all' Hadassah Ein Kerem di Gerusalemme.
I media israeliani hanno inizialmente riferito che Mahmoud era un "terrorista", uno di coloro che avevano lanciato pietre, salvo poi smentire a seguito delle dichiarazioni del portavoce dell'IDF.

Un portavoce dell'esercito israeliano ha dichiarato che, a seguito del lancio di pietre e bottiglie molotov, da parte di un gruppo di palestinesi, contro veicoli in movimento dei coloni israeliani sulla Route 443, a ovest di Ramallah, "le forze israeliane hanno agito per proteggere gli altri veicoli da un incombente pericolo ed hanno sparato verso i sospetti, colpendo erroneamente la macchina su cui viaggiavano Mahmoud ed i suoi amici." Due i sospetti palestinesi arrestati e portati in un luogo sconosciuto per essere interrogati

Fonti palestinesi locali hanno riferito che il corpo di Mahmoud è ancora detenuto dalle forze israeliane.

Suo padre è un ex prigioniero, liberato dalla custodia israeliana nel 1999, dopo aver scontato una condanna a 15 anni.

Il ministero degli Esteri Palestinese ha condannato l'esecuzione e l'aggressività israeliana nei confronti del popolo palestinese.

Un tragico incidente? Forse sì, ma che serve a riportare l'attenzione su come i soldati israeliani abbiano licenza di uccidere indiscriminatamente e senza nemmeno avere la certezza che chi stanno massacrando di colpi d'arma da fuoco si sia realmente macchiato di alcun crimine. Ancora una volta Israele non si auto denuncerà e, laddove accadesse, si auto assolverà per "motivi di sicurezza". Gli stessi motivi che, da decenni vengono addotti per motivare occupazione, apartheid, pulizia etnica. Nessun rispetto per i minori, nessun rispetto della Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo, redatta nel 1924 dalla Società delle Nazioni, approvata nel 1959 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e revisionata nel 1989, quando ad essa ha fatto seguire la Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia, approvata, in via definitiva nel 1996. In Israele sarebbe entrata in vigore il 18 novembre 2002. Si può dire, senza timore di essere smentiti, che la stessa viene applicata dal governo israeliano per i cittadini israeliani, non per i minori Palestinesi, soggetti ad occupazione.
Fonti : Ma'an
Ynet News
Quds Network

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