A Gerusalemme è bollettino di guerra. Il regime di Israele uccide 3 palestinesi


di Paola Di Lullo

È un bollettino di guerra quello che arriva da Gerusalemme, oggi.

3000 gli agenti schierati da Israele, almeno 113 i feriti, palestinesi, e tre i morti, sempre palestinesi.

Ma sentirete raccontare che, dopo l'attentato di venerdì scorso, Israele aveva il diritto di assediare la città sacra, di dispiegare così ingenti forze che garantissero la SUA sicurezza dai musulmani che si sarebbero recati in preghiera alla Moschea di Al Aqsa, terzo luogo sacro, per importanza, dell'Islam.

Vi racconteranno che, dopo l'attentato che ha visto la morte di due guardie di frontiera israeliane - e a chi importa se sono morti anche tre palestinesi, "neutralizzati" dall'esercito dell'unica democrazia del Medio Oriente - Israele è stato costretto a dotare i gates di accesso all'Al Aqsa Compound di metal detector. Non vi diranno che quel sito dovrebbe essere amministrato dalla Fondazione islamica dei Waqf (Islamic waqf trust), cui è stata garantita la piena indipendenza nei confronti del governo israeliano. Indipendenza inesistente, dal momento che Israele decide chi entra e chi no, perquisendo tutti, nessuno escluso. Non vi diranno nemmeno che l'occupazione israeliana di Gerusalemme Est non è riconosciuta dalla comunità internazionale, USA ed EU inclusi. Né che esista più di una Risoluzione ONU* che condanna la suddetta occupazione.

E nemmeno che la Corte Internazionale di Giustizia ha definito, nel caso della parte orientale della città, Israele quale potenza occupante. Nel parere consultivo dal titolo: Legal Consequences of the Construction of a Wall in the Occupied Palestinian Territory pronunciato dalla Corte Internazionale di Giustizia il 10 luglio 2004, la terminologia utilizzata è particolarmente esplicita, poiché la Corte definisce territori occupati tutti i territori tra la linea Verde ed il Giordano (compresa Gerusalemme Est); Israele è chiamata potenza occupante; è ribadito il regime previsto dalla IV convenzione di Ginevra.

E non vi diranno nemmeno che la polizia israeliana ha deciso di impedire ai palestinesi uomini, con meno di 50 anni, di entrare nella Città Vecchia ed in Al-Aqsa. Nonostante il parere contrario dello Shin Bet e del Coordinatore delle Attività Governative nei Territori (COGAT) sull'uso dei metal detector, la cui presenza avrebbe potuto scatenare, da parte palestinese, una rabbia superiore ai vantaggi che le misure di sicurezza adottate avrebbero potuto garantire. La notizia era riportata mercoledì dai media israeliani.

Difatti, i palestinesi hanno visto nelle misure adottate ad Al-Aqsa come l'ultimo esempio del modus agendi delle autorità israeliane che utilizzano violenza e tensioni come mezzo per aumentare il controllo su siti importanti nel territorio palestinese occupato e per normalizzare le misure adottate dalle forze israeliane verso i palestinesi.

E non vi spiegherete, perciò, il motivo dell'ennesimo "venerdì della rabbia" proclamato dai palestinesi.

Nonostante le forze israeliane avessero bloccato l'accesso alla Città Vecchia, migliaia di palestinesi hanno marciato per pregare all'alba davanti alla Porta dei Leoni. In molti, hanno pregato nelle aree circostanti, in via Salah al-Din, vicino alla chiesa di Gethsemane, a Wadi Joz, e alla Porta di Jaffa.

Intorno a mezzogiorno, sono cominciati gli scontri. Dalle 15,00 in poi, un portavoce della Mezzaluna Rossa Palestinese ha dichiarato che erano almeno 113 i palestinesi feriti a Gerusalemme Est e nel resto della Cisgiordania. Due i palestinesi uccisi.

Nel frattempo, la polizia israeliana ha riferito che quattro ufficiali israeliani erano stati feriti a Gerusalemme Est, quando i dimostranti avevano cominciato a lanciare pietre.

Almeno due giornalisti israeliani e stranieri hanno segnalato che la polizia israeliana li aveva forzatamente rimossi dalla Porta dei Leoni e rifiutava di lasciarli entrare nella zona. Il portavoce della polizia israeliana, Micky Rosenfeld, non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione in merito all'ultimo episodio citato.

La Mezzaluna Rossa Palestinese ha dichiarato che ad ambulanze, medici e paramedici, anche a piedi, è stato impedito di raggiungere la Porta dei Leoni.
Muhammad Mahmoud Sharaf, 18 anni, di Silwan, è stato ucciso durante gli scontri nel quartiere di Ras al-Amoud, colpito al collo da un colono israeliano.
Muhammad Abu Ghanam, 20 anni, studente al secondo anno alla Birzeit University, è morto all' Al Makassed Hospital, dopo essere stato colpito dalle forze di polizia israeliane durante gli scontri di al-Tur.

Muhammad Mahmoud Khalaf, 17 anni, è morto in un ospedale a Ramallah dopo essere stato sparato al petto dalle forze israeliane durante una manifestazione nel villaggio di Abu Dis.

Non solo Gerusalemme Est è stata teatro di scontri. Da Betlemme a Khalil, Tuqu, Qalandiya, Nabi Saleh e Gaza, tutta la Palestina è scesa in strada, pregando e cantando slogan per la protezione di Al Aqsa.

Non resta che augurarsi che il bollettino di guerra non si allunghi, almeno per oggi...


Fonte : Ma'an News Agency

* RISOLUZIONE N. 298 (25 SETTEMBRE 1971)
Il CS deplora che Israele abbia cambiato lo status di Gerusalemme.
RISOLUZIONE N. 476 (30 GIUGNO 1980)
Il CS ribadisce che le rivendicazioni israeliane su Gerusalemme sono nulle.
RISOLUZIONE N. 478 (20 AGOSTO 1980)
Il CS censura con la massima forza Israele per le rivendicazioni su Gerusalemme contenute nella sua "Legge Fondamentale".

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