Ansbach: la strana storia del terrorista riluttante

PICCOLE NOTE

Mohammed Deleel
ha fatto strage ad Ansbach, Germania. Il terrorista secondo quanto ricostruito dalle autorità, si è costruito la sua bomba in casa e si è fatto esplodere. Rifugiato siriano, le testimonianze su di lui sono discordi, ma pare dicesse di odiare i fondamentalisti (Tonia Mastrobuoni sulla Repubblica del 26 luglio).

Quindi l’ha messa in uno zaino e si è recato a un concerto, dove avrebbe tentato di entrare senza biglietto. Rinuncia, quindi si posiziona davanti a un bar dove inizia a camminare nervosamente avanti e indietro. Quindi si fa esplodere.

Nella memoria del suo cellulare è rinvenuto un video di rivendicazione, nel quale spiega i motivi del gesto. A casa sua gli inquirenti trovano componenti per fare una bomba. L’Isis afferma: «È un nostro soldato». Tutto spiegato.


Non piace la dietrologia e le sue derive. Ma, da giornalisti, non possiamo non porci domande.

La prima: perché tentare di entrare a un concerto senza biglietto se si ha una bomba nello zaino? C’erano misure di sicurezza elevate. Il rischio che potesse essere perquisito era alto. E quindi che tutto andasse a monte.


Se l’obiettivo era farsi esplodere al concerto poteva benissimo acquistare il biglietto, se è vero che i soldi non gli mancavano (a casa sua la polizia afferma di aver trovato un mazzo di biglietti da cinquanta euro, particolare che peraltro stride un po’ con le testimonianze che dicono di un uomo sempre in cerca di soldi).


Invece tenta di entrare da “portoghese” rischiando di venire scoperto.

Altra domanda: perché nel video della rivendicazione l’uomo ha il volto coperto, tanto che, come si legge anche sul Sole 24ore «non si riesce a identificare con chiarezza il volto della persona che sta parlando»?

Se la sua era una missione suicida non avrebbe avuto alcun bisogno di nascondere la propria identità, anzi esattamente il contrario. Infatti tutte le rivendicazioni dell’Isis sono così.

Infine c’è l’assenza di vittime. A meno di immaginare un ripensamento finale del kamikaze, un kamikaze riluttante appunto (cosa difficile perché sono vittime di un lavaggio del cervello profondo), egli si è comportato in modo anomalo: non si è avvicinato ai suoi obiettivi. Rimanendo unica vittima.

Certo queste perplessità stridono con l’interpretazione ufficiale. E con il rinvenimento di materiale sensibile in casa di Deleel e del video nel suo cellulare.

Ne siamo consapevoli. Come siamo consapevoli che ci sono mille modi di affidare uno zaino a un extracomunitario, banalmente con la scusa di effettuare una consegna di materiale senza dirgli che contiene una bomba. E altrettanti per piazzare materiale sensibile in casa altrui e video in cellulari non propri.

Ci atteniamo, quindi, alla verità ufficiale. Ma le domande son come i fiori: nascon da sole.

Segui Piccole Note

Le più recenti da Piccole Note

On Fire

Il "piano Draghi": ora sappiamo in cosa evolverà l'UE

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico Io credo che le prossime elezioni europee andrebbero inquadrate nel modo più corretto possibile. Provo a dare la mia interpretazione. 1 Si dà troppo...

Andrea Zhok - Il momento esatto in cui si è deciso il suicidio di Ucraina e Europa

di Andrea Zhok* Tre giorni fa, il 16 aprile, l'autorevolissima rivista di provata fede atlantista "Foreign Affairs" ha pubblicato un articolo che mette la parola fine a tutte le chiacchiere intorno...

L'avviso (finale) del Fondo Monetario Internazionale all'Impero Americano

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico   Abbiamo sempre sottolineato che questa enorme crisi geopolitica in corso abbia una origine di tipo economico e monetario. Del resto solo le persone ingenue...

Alessandro Orsini - Le democrazie occidentali, le dittature e l'antropologia culturale

  di Alessandro Orsini*   C’è questa idea senza alcun fondamento empirico secondo cui le democrazie occidentali sono sempre migliori delle dittature. Lo studio della storia smentisce...

Copyright L'Antiplomatico 2013 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa