La tragedia dell'Ucraina Airlines e la propaganda anti-Iran



Piccole Note

Un missile iraniano ha abbattuto l’aereo di linea il volo 752 dell’Ucraina International Airlines caduto a poca distanza dall’aeroporto di Teheran. Questa l’accusa mossa da Canada e Gran Bretagna contro le autorità iraniane, formulata in base a rapporti di intelligence e a un video che mostra l’impatto dell’aereo.


Per fortuna non si sono spinti a dichiarare l’intenzionalità dell’abbattimento da parte di Teheran. Il Boeing sarebbe stato colpito per errore.


Le autorità iraniane negano risolutamente, chiedendo ai suoi accusatori di rendere pubbliche le prove di quanto sostengono.


Come al solito, le accuse mosse a Paesi considerati nemici dai neocon assurgono subito a sentenze definitive. Cronisti e analisti si affannano a descrivere nel dettaglio l’accaduto, nonostante non sappiano nulla se non quanto loro riferiscono le agenzie di cui sopra.

E ciò nonostante sia noto che è uso di tali agenzie propalare informazioni false, se queste servono a mettere in difficoltà i Paesi di cui sopra.


Il vento anti-Iran


Elenchiamo, a titolo di esempio, alcuni casi. Le famigerate armi di distruzione di massa di Saddam. Il rapporto dell’organismo per la proibizione delle armi chimiche sull’uso di tali armi a Douma da parte dei siriani, report fabbricato ad arte, come denunciato di uno degli ispettori che hanno indagato (Piccolenote, Wikileaks).

Per finire, l’attacco da parte dell’Iran ad alcune petroliere in transito nello Stretto di Ormuz, smentito dagli stessi comunicati ufficiali della Marina degli Stati Uniti (riportati in Piccolenote) e dall’equipaggio della nave, che ha denunciato un attacco attraverso missili e non mine magnetiche, come vuole invece la narrazione ufficiale (a proposito, l’equipaggio non è stato mai più interpellato, a conferma che si temono fragorose smentite alla narrativa ufficiale).


Il catalogo è questo, ma si potrebbe continuare. Probabile che gli ambiti che stanno alimentando questa propaganda avversa all’Iran volessero arrivare a motivare l’abbattimento del Boeing ucraino come parte della vendetta iraniana contro l’Occidente.


Un modo per scatenare quella guerra sfuggita di mano grazie alla composta risposta di Teheran all’assassinio del generale Soleimani e alla retromarcia di Trump.


Ma il proposito di addossare all’Iran un vero e proprio atto terroristico è stato vanificato dal fatto che non poche delle vittime sono iraniane, da cui l’insostenibilità dell’accusa.


Non inchiesta, ma sentenza immediata


Resta dunque la querelle sull’accaduto. Bizzarro che per l’abbattimento dell’Malaysia Airlines 17, abbattuto sui cieli ucraini nel 2014, l’inchiesta internazionale impiegò quattro anni a formulare una discussa sentenza (si concluse nel maggio 2018).


Quanto avvenuto sui cieli di Teheran è stato acclarato in un giorno… si può obiettare che su tali cieli vigilava l’intelligence Usa, ma il sistema di sorveglianza citato dai report è lo stesso usato allora (New York Times).


Peraltro, le autorità iraniane hanno chiesto aiuto a canadesi, britannici e ucraini, oltre che a esperti della Boeing. La sentenza dei loro Paesi è arrivata prima ancora che i loro esperti mettessero piede in Iran..


Peraltro, la propaganda di cui sopra all’inizio aveva riferito di un abbattimento missilistico tout court. Narrazione che non reggeva alla smentita iraniana, che obiettava come l’aereo non fosse esploso in volo, ma era precipitato in fiamme.


Da qui la correzione della versione: ad abbatterlo sarebbe stato un missile a frammentazione, anzi addirittura due secondo fonti “autorevoli” (Nyt), i quali, esplodendo vicino al velivolo, lo hanno investito di proiettili (si tratta di un sistema balistico in uso anche all’antiaerea iraniana).


Un Boeing funambolico


Va considerato che l l’aereo è precipitato mentre, invertita la rotta, stava tornando all’aeroporto; ciò avveniva subito dopo – due minuti – il decollo (vedi anche il grafico riportato nell’articolo del Nyt citato).


Si tratta di un aereo di grande dimensioni, la cui manovrabilità è alquanto limitata. Se davvero fosse stato investito da una pioggia di proiettili convergenti, prodotti dall’esplosione dei due missili, con la fusoliera devastata, una fortissima de-pressurizzazione in corso, la sua manovrabilità sarebbe stata praticamente nulla.


L’ipotesi di una inversione di rotta, destinazione aeroporto, risulta alquanto improbabile in tal caso, mentre appare più compatibile con la presa d’atto di un problema tecnico grave, che richiedeva un atterraggio d’emergenza, impossibilitato però dal disastro immediato. Cioè la versione iraniana.


Infine, va notato che nessuno degli accusatori dell’Iran ha ipotizzato che, se anche fossero stati dei missili a causare il disastro, potrebbe trattarsi di un attacco terroristico, dato che Teheran non è affatto immune a tale piaga, come dimostra l’assalto al suo Parlamento da parte dell’Isis del 2017.


Nessun dubbio sul fatto che gli asseriti, eventuali, missili, siano iraniani. Eppure per la centrale del Terrore innescare una guerra contro l’Iran sarebbe un boccone più che ghiotto (si noti convergenza parallela con gli ambiti che alimentano la propaganda contro Teheran).


Ma al di là, resta l’affrettata condanna di Teheran, anche se attutita dalla natura accidentale dell’asserito abbattimento aereo. Fretta più che sospetta.

Ps. L’Iran ha dichiarato di essere oggetto di una “guerra psicologica”, denunciando l’ignobile strumentalizzazione delle povere vittime della tragedia. Abbattimento o errore che sia, la denuncia ha una logica stringente.

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