Proud Boys, il leader dei "suprematisti" era un informatore dell'FBI

28 Gennaio 2021 17:00 Piccole Note

Nel corso dell’inchiesta su Henry “Enrique” Tarrio, leader dei Proud Boys, è emerso che questi era un informatore dell’Fbi, la polizia federale americana, alla quale ha fornito importanti informazioni e per la quale lavorava “sotto copertura” fin dal 2012. Lo ha riferito la Reuters e lo hanno rilanciato, tra gli altri, il Washington Post e il Timesofisrael.

I Proud Boys sono diventati un po’ il simbolo dell’estremismo di destra che supportava Trump e che lo stesso ha, o avrebbe, alimentato. I “ragazzi orgogliosi” sono famosi per le loro polemiche contro lo “Stato profondo” che ha contrastato la presidenza Trump e per altro.

Ora si scopre che il leader incontrastato di tale gruppo era in rapporti con quello Stato profondo che diceva di voler combattere… soprese usuali delle conflittualità sociali e politiche.

Al ragazzo orgoglioso, si può azzardare senza timore di errori, deve aver portato fortuna il rapporto con gli apparati, se gli ha guadagnato la fulgida carriera di leader incontrastato del suo gruppo.

Certo, non si hanno notizie sulla durata della collaborazione, che dicono si fosse interrotta, né d’altronde potrebbero riferire altro.

Eppure si sa come vanno queste cose: una volta entrati nel circuito, non se ne esce più: troppi i vincoli, i ricatti, i privilegi che tale rapporto implica. Peraltro, il fatto di aver lavorato “sotto copertura” implica un vincolo stretto, che non si risolve con una chiacchierata.

E, certo, l’orgoglioso Tarrio non è l’unico pesce ad aver abboccato all’amo dell’Fbi. Chissà quanti “ragazzi orgogliosi” o altri appartenenti a gruppi estremi attenzionati dalla Sicurezza Usa hanno avuto il privilegio di gestire la lotta allo Stato profondo lavorando per esso.

Abbiamo dedicato diverse righe, ad esempio, allo strano sciamano che ha presidiato Capitol Hill nel giorno fatidico dell’assalto.

Uno sciamano strano strano (psichedelico membro del famigerato, liquido quanto ignoto ambito di QAon) che è stato immortalato sorridente, in una foto che farà storia, con il genero di Nancy Pelosi poco prima di guidare l’assalto al Campidoglio col suo fantasmagorico copricapo cornuto.

Lo sciamano strano che, nonostante il crimine commesso, trasmesso in mondovisione, ha continuato a girare a piede libero per il Paese per diversi giorni, rilasciando interviste rilassate a quanti gliene chiedevano.

In una di queste, rimembriamo, spiegava che stava tornando tranquillamente a casa sua, in Arizona, e che aveva “contattato l’Fbi“. Sarebbe interessante conoscere il contenuto integrale della conversazione, in fondo il cornuto ha scritto una pagina di storia. Ma ovviamente esso è segreto.

In tema di bizzarrie, ché l’America ne riserva parecchie, riferiamo che il Partito repubblicano dell’Oregon ha votato una risoluzione nella quale si afferma che l’assalto al Campidoglio è stata “un’operazione ‘false flag’ intesa a danneggiare i conservatori” (Washington Times).

Non accediamo a tale tesi, ma tutto ciò ci sembrava degno di un’ironica nota di colore, che riteniamo consona agli anni che stiamo vivendo, di conflitti, caos e rivoluzioni colorate.

PS. Di seguito un singolare filmato del New Yorker sull’assalto di Capitol Hill, che documenta un momento particolare, quando, alle iniziali fasi concitate, è seguito “un intermezzo misteriosamente silenzioso e surreale all’interno della camera del Senato”, durante il quale, si può notare nel video, alcuni degli occupanti sfogliano, con metodica da professionisti, i documenti dei parlamentari e li fotografano.

Mentre si svolge tutto ciò, e mentre lo sciamano urla bestiale dall’alto, uno della squadra, il leader, dice che si tratta di una “una IO War”, “non possiamo perdere l’IO War”, ripete, dove IO sta per “Operation Information“. Operazione che non ha risparmiato neanche il vicepresidente Pence. Chissà che fine hanno fatto questi professionisti delle IO War e se sono stati arrestati…

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