di Federico Pieraccini
Bin Salman e Netanyahu sono entrambi con l’acqua alla gola e con il tempo che gioca a loro sfavore. Le loro azioni e parole sembrano avere la benedizione di Trump che vede l’ossessione Iran del trio neocon, wahabiti Sauditi e israeliani-sionisti come un’ottima occasione per non approfittare della debolezza Israeliana e saudita. Ci sono quattro obbiettivi che Trump vuole raggiungere e per farlo è disposto a portare all’implosione gli alleati più preziosi in Medio Oriente che, accecati dal loro odio per l’Iran, non si rendono conto di quello che sta succedendo.
- Vendere armi, stringere accordi, portare a casa investimenti seguendo così la logica della sua promessa elettorale di aumentare i posti di lavoro e risollevare l’economia (entrambi essenziali per la conferma nel 2020).
- Colpire i suoi avversari politici a Washington dove fa più male: nelle finanze. Il Qatar accusato di finanziare il terrorismo (Fratelli Musulmani) ha nella famiglia reale uno dei maggiori sponsor della Clinton Foundation; i fondi del Qatar posseggono quote importanti in svariati network televisivi notoriamente avversi a Trump; Alcuni dei multi-miliardari e principi Sauditi arrestati da Bin Salman sono noti critici di Trump e importanti shareholders di aziende nell’area neoliberal.
- Dare l’impressione di combattere il terrorismo rimanendo coinvolti in Siria/Iraq/Afghanistan, ma di fatto svanendo nell’oblio e diventando irrilevante, come visto in Siria con la quasi sconfitta dell’Isis per mano di Damasco e dei suoi alleati.
- Assecondare e giustificare la retorica violenta che esce da Tel Aviv, Riyad contro Tehran per accontentare gli oppositori interni dell’area neocon (McCain&Co) sopprimendo critiche e dissenso.
Bin Salman e Netanyahu se davvero credono di poter agire militarmente (lo escludo) contro l’Iran (o Hezbollah)rischiano una sconfitta militare senza precedenti, con gli Stati Uniti impossibilitati e riluttanti ad entrare nel conflitto per ovvi motivi.
Trump, Bin Salman e Netanyahu giocano col fuoco. Fortunatamente figure come Putin, Al Sisi e molti altri in Iran sono pienamente in grado di spegnere sul nascere eventuali focolai. Il missile balistico su Riyad è un monito ben preciso che non lascia adito ad alcun dubbio. In caso di attacco, l’Iran considererebbe Israele, Arabia Saudita e basi militari USA come bersagli legittimi.
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