Perché Mattis si è dimesso?



di Federico Pieraccini


In 48h Trump ha annunciato il ritiro delle Truppe Statunitensi dalla Siria e di buona parte di quelle presenti in Afghanistan. La risposta di Mattis è arrivata a stretto giro, annunciando le sue dimissioni. Anche il generale Dunford presto lascerà il Consiglio di Sicurezza nazionale.

Le considerazioni da fare sono miste.

In Siria i soldati USA verranno rimpiazzati da contractors privati covert con uniformi SDF, un semplice cambio di casacca per occultare la presenza USA in Siria in caso di operazioni delle forze armate Turche in Siria. Una shooting-war tra membri della NATO risulterebbe in un disastro irrimediabile per l'immagine dell'alleanza atlantica.

In questo modo Trump accontenta Erdogan, riducendo la frattura tra Ankara e Washington. Il presidente Turco non vedrà più bandiere USA svettare sul confine Turco-Siriano in difesa dei Curdi delle SDF. In Afghanistan gli USA resteranno il paese leader delle forze straniere di occupazione e ben poco cambierà, come ha ribadito Putin ieri durante la sessione di interviste con la stampa mondiale: "Sono 18 anni che sono lì e affermano di volersene andare, per ora non vedo cambiamenti".


La reazione di Mattis, che ha annunciato le sue dimissioni, accompagna quella isterica dei media mainstream USA ed Europei che da giorni invocano più imperialismo USA in Medio Oriente, catalogando la mossa di Trump contraria agli interessi USA.


Come al solito, ogni decisione che implichi meno guerre, morte e distruzione ottiene una reazione sdegnata dell'apparato mediatico-politico-bellico-spionistico USA ed Europeo.

Una lettura più profonda evidenzia come queste mosse di Trump siano l'ennesimo tassello nella lotta perenne tra le elite USA. Gli Stati Uniti già adesso non sono in grado di comandare gli eventi in Siria mentre in Afghanistan subiscono umiliazioni da 18 anni con i Talebani più forti che mai nel paese al giorno d'oggi.

I media affermano che senza truppe USA in Siria, Washington non avrà più capacità di influenzare gli eventi, lasciando terreno fertile per Iran, Hezbollah e Russia di rafforzare la loro presenza nel paese, garantendo ad Assad un futuro politico certo. E' una menzogna in piena regola dato che gli USA già adesso con 2000 uomini non sono in grado di sovvertire l'equilibrio militare nel paese e si trovano a giocare un ruolo molto minoritario.

Il ritiro delle truppe avvantaggia Trump con la base elettorale, mantenendo una promessa elettorale, e al contempo colpisce l'elite militare-mediatica-spionistica che da tempo gli ha dichiarato guerra. L'Illusione di Mattis e dell'establishment USA è di poter contare ancora qualcosa in Siria e Afghanistan, mentre in realtà vede le forze USA pian piano emarginati in entrambi i paesi a favore di una sempre più richiesta presenza di Mosca e Teheran.

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