Londra: il futuro nell'Ue sembra segnato

Si accende il dibattito interno nel Regno Unito sulle future relazioni con l'Ue. Il primo ministro inglese David Cameron ha difeso giovedì 9 maggio il suo approccio riformista e l'ha definito “logico, sensibile e pratico”. Ribattendo ai pessimisti che hanno sostenuto, al contrario, come sia impossibile procedere in una tale direzione, Cameron ha sostenuto come sia possibile non solo riformare l'Ue, ma anche il tipo di relazione che la Gran Bretagna avrà con la nuova organizzazione che si formerà. Una ventina di deputati conservatori avevano chiesto ad inizio settimana al premier di preparare un testo per il referendum sull'UE prima delle elezioni generali del 2015. Il Segretario della Difesa Philip Hammond ed il ministro degli esteri William Hague hanno però sottolineano come, al momento, una nuova legge che prepari il terreno per un referendum non passerebbe alla Camera dei Comuni e che per questo il governo dovrebbe prima chiedere un voto simbolico ai deputati.
Si susseguono in questo contesto le dichiarazioni bipartisan di politici ed ex ministri che chiedono l'uscita immediata. In un articolo per il Times di martedì, l'ex Cancelliere dello Scacchiere inglese Lord Lawson ha scritto senza mezze misure che il Regno Unito dovrebbe lasciare l'Ue. Mentre ci sarebbero alcuni “costi sociali” nel lasciare il mercato unico, sostiene Lawson, “i guadagni economici oltrepasserebbero di gran lunga i costi”. I tentativi di David Cameron di rinegoziazione con l'Ue “sarebbero inutili” ha concluso. Sempre sul Times, la deputata laburista Gisela Stuart e l'ex ministro laburista Portillo hanno scritto come anche loro voterebbero per la fine immediata dell'adesione. Il presidente della commissione di deputati che sta preparando il testo da sottoporre a Bruxelles per un nuovo rapporto con il Regno Unito, Andrea Leadsom, ha invece dichiarato di “non concordare con l'idea di un ritiro immediato.
Un nuovo sondaggio YouGov/Sun mostra che il partito laburista inglese è salito al 39%, i conservatori di Cameron crollati al 29%, il partito di destra indipendentista dell'UKIP guidato da Nigel Farage al suo record 16% ed i liberal democratici al 9%.

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