'Bella Ciao' di Guccini e l'antifascismo di facciata della 'sinistra'



di Francesco Erspamer

Quando la smetterà, la sinistra, di consolarsi col suo antifascismo fuori tempo massimo e per questo così facile, così rassicurante, così inutile? Mi riferisco alla versione di “Bella ciao” diffusa ieri da Guccini: “C’era Salvini, con Berlusconi, con i fasci della Meloni che vorrebbero ritornar”. È davvero questo il pericolo? Ci sono multinazionali e banche più ricche e potenti degli Stati e che li controllano con le loro lobby, monopoli mediatici che quotidianamente lavano il cervello a milioni di persone, tecnologie fini a sé stesse e che nessuno può permettersi di mettere in discussione, un individualismo e un’avidità rampanti, gravissimi problemi ambientali, e l’unica minaccia sarebbero i fasci? (Fra l’altro, perché “della” Meloni, visto che per Salvini e Berlusconi non usa alcun articolo?)

Meloni fascista? Ma quando mai. Al di là del folklore delle camice nere e della retorica dell’ordine, il fascismo era statalista e davvero nazionalista. Meloni no. Infatti andò al governo con Berlusconi e da ministro approvò la liberalizzazione del paese e persino il MES. Né cercherebbe in un momento di grave emergenza nazionale di far cadere un governo che sta cercando di arginare l’assalto americano e tedesco all’economia italiana. Soprattutto non sarebbe la più stretta e fedele alleata di Salvini; che un paio di giorni fa ha spiegato con chiarezza il suo programma: “Serve totale deregulation e rivoluzione liberale, assoluta libertà di impresa, azzeramento di tutta la burocrazia, di tutti i controlli preventivi”. Questo è esattamente il corrotto regime liberale che il fascismo combatteva, in concorrenza con il socialismo; e nei suoi anni più bui, quelli della Repubblica di Salò, divenne ancora più radicale nel suo odio antiborghese e antiliberale.

Salvini è un iperliberista; che copia l’autoritarismo becero del miliardario Trump perché, come Trump, non è capace di fare politica in altro modo: ma il suo obiettivo è la privatizzazione e americanizzazione dell’Italia. E Meloni è al suo fianco.
Altro che fascismo, altro che patriottismo, altro che nazionalismo: totale asservimento nei confronti della finanza globalista.

Peccato che Guccini e tanti come lui, invece di impegnarsi contro l’imperialismo neoliberista, probabilmente spaventati dalla oggettiva difficoltà di una simile lotta, si rifugino nel sogno di una resistenza combattuta da una generazione ormai scomparsa e con qualità che non abbiamo in un tempo incommensurabilmente diverso dal nostro. “E noi faremo la resistenza come fecero i partigian”, canta Guccini. Patetico: neanche siamo capaci di resistere a Amazon, figuriamoci ai nazifascisti; che però non ci sono più, i ricchi non sanno che farsene, Amazon e Google vincono lo stesso, grazie alla deregulation economica, morale e culturale imposta negli scorsi decenni da Berlusconi, Salvini, Meloni e Bonino, peraltro in combutta con Prodi e Renzi: e la destra di oggi, ne vuole ancora di più.

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