Ministri di Inghilterra, Pakistan e UAE visitano Malala a Birmingham

Il ministro degli interni pakistano Rehman Malik, il ministro degli esteri inglese Hague e quello dell'Unione degli emirati arabi uniti (UEA), Sheik Abdullah bin Zayed, hanno visitato oggi l'ospedale di Birmingam dove si trova ricoverata la giovane attivista Malala. Ne dà notizia l'agenzia di stampa AFP. Hague ha dichiarato ai cronisti come i tre rappresentanti governativi abbiano incontrato anche il padre, che nei giorni scorsi ha chiarito l'intenzione della famiglia di riportare Malala a casa, nonostante le minacce cui è soggetta in patria dai talebani.
“Siamo grati al Queen Elizabeth Ospital di Birmingham per la cura e la professionalità con cui sta curando Malala. Ha fatto dei progressi notevoli negli ultimi giorni”, ha dichiarato Malik ad AFP, che ha voluto ringraziare personalmente l'Inghilterra e l'UAE per il supporto dato alle cura della giovane attivista. “L'attacco non deve essere visto in isolamento: non è stato solo contro Malala, ma contro la vera faccia del Pakistan per scoraggiare quelli che nel paese lottano per la democrazia e la libertà . Malala è il simbolo del coraggio e della determinazione contro le forze del fondamentalismo e tutta la nazione la sostiene", ha concluso Malik. Il ministro degli esteri inglese Hague ha dichiarato come la salute di Malala rappresenta al momento la priorità inglese. “Il popolo del Pakistan ha pagato un prezzo molto alto in termini di terrorismo ed estremismo. Siamo con tutti coloro che nel paese, come Malala, sostengono i diritti delle donne , la democrazia e la libertà”. Anche il ministro degli esteri dell'UAE, paese che ha pagato per tutte le cure della giovane attivista pakistana, ha voluto sottolineare la vicinanza del suo paese e spiegato come l'assistenza fornita sia figlia di un vero e proprio shock che aveva colpito i suoi cittadini. “E' nelle nostre preghiere tutti i giorni. Il coraggio di Malala ci ispira a rafforzare il nostro impegno per rigettare le ideologie di intolleranza ed estremismo”. Nell'ultima nota rilasciata dai medici dell'ospedale di Birmingham oggi, Malala ha passato un weekend stazionario con la visita dei genitori, miglioramenti confortevoli.
Dal giorno dell'attacco il 9 ottobre scorso mentre tornava a casa da scuola a Mingora, nella vallata dello Swat nel nord del Pakistan, Malala, divenuta celebre nel 2009 per un diario mandato in onda dalla BBC in cui denunciava i soprusi dell'autorità dei talebani nella regione, è oggi l'eroina internazionale e simbolo dell'emancipazione femminile contro il fondamentalismo islamico.. L'attacco contro la sua persona l'ha resa il simbolo internazionale della sfida contro l'islam radicale. La petizione online "I Am Malala", firmata da celebrità e leader mondiali, con lo scopo di fare pressione perché la lotta della giovane attivista pakistana - un maggiore accesso delle ragazze all'educazione – diventi realtà, sarà presentata al presidente pakistano Asif Ali Zardari ed al segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon.

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