Le prossime mosse di Washington e Seul

Kerry è atterrato venerdì in Corea del sud. Il Segretario di stato americano John Kerry, dopo un breve briefing con i comandanti statunitensi nella regione, incontrerà a Seul il presidente sud coreano Park Geun-Hye, il ministro degli esteri Yun Byung-Se ed il Segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen. I due paesi decideranno in modo definitivo la strategia da adottare per contrastare le minacce nucleari della Corea del Nord che stanno destabilizzando la regione. Un alto ufficiale che accompagna Kerry a Seul ha dichiarato ai giornalisti che l'amministrazione americana farà pressioni alla Cina, l'unico alleato di Pyongyang, perché si impegni a far rientrare la crisi.
Intanto, a Washington, il deputato repubblicano Doug Lamborn, prendendo a riferimento un rapporto non classificato della Defense Intelligence Agency - che rispecchierebbe l'opinione del suo direttore James Clapper - ha dichiarato come Pyongyang abbia acquisito la capacita di condurre una guerra nucleare, anche se al momento resta poco probabile. Dichiarazioni subito attenuate dal Pentagono, ma di fatto si tratta la prima ammissione ufficiale statunitense sul fatto che la Corea del Nord abbia sviluppato la capacità nucleare.
Dopo aver incontrato alla Casa Bianca il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, il presidente Barack Obama ha dichiarato che “nessuno vuole un conflitto”, ma ha anche enfatizzato che gli Stati Uniti è pronto “a prendere tutti i passi necessari per proteggere il suo popolo” e difendere i suoi alleati nella regione. “E' il momento che la Corea del Nord interrompa l'approccio belligerante ed osservi le norme basilari come ogni nazione”, ha concluso Obama.

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