Il falso mito dell'Irlanda

Dal 2010 la troika ha iniziato a negoziare il programma di salvataggio della Grecia per poi arrivare in Irlanda, Portogallo e poi Cipro. Riprendendo la recente analisi di Jean Pisani-Ferry, in cui su Bruegel analizza i risultati contrastanti dei programmi di salvataggio - con l'Irlanda come modello di successo, la drammatica disoccupazione e la Grecia come quelli negativi – Paul Krugman in The Neverending Irish Success Story, post del suo blog The Coscience of a Liberal, critica fortemente quest'ottimismo sul caso Irlanda.
Pur riconoscendo a Pisani-Ferry di offrire una analisi ragionevole sul ruolo delle politiche di salvataggio della “troika” in Europa - in particolare per i tre errori riconosciuti che emergono nella trattazione - Krugman sostiene come “la nota positiva irlandese” deve essere rivista. Nella migliore delle ipotesi, sottolinea il Premio Nobel per l'economia, l'Irlanda non è in una fase di crescita, ma di leggero miglioramento: la disoccupazione rimane drammaticamente alta, nonostante si sia ridotta leggermente, ed i dati recenti dimostrano come l'annunciata ripresa sia molto sospetta, data la struttura economica unica dell'Irlanda, in cui il grosso delle sue esportazioni derivano da compagnie di servizi che aggiungono poco valore aggiunto al paese. Per questo i dati devono essere letti con molta attenzione.
Proclamata quasi universalmente come un modello di successo per uscire dalla crisi economica finanziaria, l'Irlanda, conclude il Premio Nobel per l'economia la sua opinione, rappresenta l'ultimo baluardo di riferimento per gli “austerici” e per questo viene dipinto come uno straordinario successo.

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