Draghi spende per il green ma taglia la sanità

01 Novembre 2021 17:43 Antonio Di Siena

Draghi annuncia l’aumento del contributo finanziario per il clima a 1,4 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni. Cioè la spesa pubblica italiana a favore del green crescerà.

Diversamente, nello stesso periodo, la spesa sanitaria subirà tagli consistenti. Dal 7,3% del PIL del 2021, al 6,7% nel 2022, poi 6,6% nel 2023 fino ad arrivare al 6,3% nel 2024. Cioè a una quota inferiore al 2018 quando era del 6,5%.

Ora, calcolando che attualmente il PIL italiano è di molto inferiore a quello di tre anni fa (e la crescita più lenta delle stime), è evidente che la riduzione della spesa in valore assoluto sarà parecchio consistente.

Detta più comprensibile. Già dall’anno prossimo lo Stato italiano spenderà per la sanità pubblica meno soldi di quanti ne spendeva prima della pandemia. E senza aver minimamente migliorato la situazione preesistente. Nel 2022, quindi, avremo un servizio sanitario nazionale peggiore di quello già ridotto alle pezze che ha contribuito a creare il caos fatto reparti intasati, allungamento delle liste d’attesa, rinvio di visite e interventi urgenti, turni massacranti per medici e paramedici, file di ambulanze, migliaia di morti, due anni di restrizioni senza precedenti e sospensione dello stato di diritto.

Uno stato di fatto che dimostra inequivocabilmente alcune cose interessanti.

La prima è che a chi ci governa non gliene frega assolutamente niente della salute degli italiani. Tant’è che se fra due anni scoppia un’altra pandemia noi saremo in condizioni ancora peggiori di quelle di marzo 2020.

La seconda è l’evidente cambio di paradigma nella concezione di tutela della salute pubblica: vaccinazioni al posto di cure. Spendo meno soldi per il SSN ma al contempo prevedo costanti vaccinazioni di massa.

La terza è che l’emergenza non c’è più. Se si taglia la spesa sanitaria, infatti, significa che la pandemia è finita. Anche se si sostiene l’esatto opposto. Un fatto incontrovertibile e desumibile per comportamenti concludenti del governo.

L’ultima, ma non certo per importanza, è che a guardare il quadro complessivo sembra si stia entrando rapidamente in una nuova fase di emergenza. Quella ambientale. Che tipo di restrizioni di massa essa comporterà non lo sappiamo ancora con certezza, ma a guardare gli interventi già in atto in alcuni paesi industrializzati un’idea è già possibile farsela.

Siete stati avvisati. Poi non cadete dal pero come al solito.

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