La Federal Reserve of New York entra in modalità panico



di Giuseppe Masala

Un cigno nero s'aggira per New York da ormai dieci giorni quando la Fed di New York è stata costretta a lanciare un operazione (Repo) emergenziale di rifinanziamento del sistema bancario perchè i tassi sull'interbancario erano schizzati al 10%. Con le operazioni Repo – che sostanzialmente sono l'equivalente dei nostri pronti contro termine – la Fed prendendo titoli elegibili a garanzia dalle banche da in cambio a queste nuova liquidità.



L'operazione emergenziale è stata di ben settantacinque miliardi di dollari sull'overnight e dunque da restituire a brevissimo termine, precisamente entro le ventiquattro ore.

Con il passare dei giorni però da emergenziale questa operazione è diventata sempre più strutturale essendo stata rinnovata a cadenza giornaliera. Si tratta di un tipo di intervento, per chiarire, che non si verificava dai tempi della Grande Crisi finanziaria del 2008 quando ci fu il crollo di Wall Street e il fallimento della banca Lehman Bros.

Non solo, con il passare dei giorni dal lancio dell'operazione, la cifra richiesta dalle banche ha superato i 75 miliardi messi a disposizione della Fed. Segno che non siamo di fronte ad una situazione causata da qualche momentaneo inconveniente tecnico.

Anzi, le cose stanno peggiorando. Da ieri la Federal Reserve di New York ha portato la cifra massima messa a disposizione nell'operazione Repo Overnight da 75 miliardi a 100 miliardi. E ha anche raddoppiato da 30 miliardi a 60 miliardi di dollari l'operazione di rifinanziamento a cadenza 14 giorni. Insomma, la Fed sta alluvionando di danaro il mercato interbancario. Segno evidente che se non ci fosse la sua liquidità sarebbe completamente congelato e con i tassi alle stelle. In altri termini significa che le banche che hanno liquidità in eccesso non si sognano nemmeno di prestare soldi alle “consorelle” abbisognose di liquidità. Brutto segno, perchè se tra banche non c'è fiducia evidentemente c'è la paura che qualcuna sia in grave difficoltà e possa fallire nottetempo. Esattamente come ai tempi di Lehman Bros.


Peraltro è molto interessante un altro dato: il sistema bancario USA galleggia su una montagna di liquidità che tiene in deposito proprio presso la Fed. Si tratta di ben milletrecento miliardi di dollari. Di cui per essere precisi ben cinquecentoventuno miliardi depositati da banche estere (facile immaginare molte siano europee).


Anche questo è un segno di forte squilibrio. Se le banche non si prestano danaro tra loro (meno che meno lo fanno affluire verso l'economia reale) e preferiscono tenere le munizioni nella riservetta della banca centrale temono che stiano per arrivare tempi pericolosi. Staremo a vedere.

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