Il neocorporativismo al ribasso di Landini



di Pasquale Cicalese

Chiariamo, il neocorporativismo ha origine nel corporativismo della Carta del Lavoro fascista del 1927. Fu poi ripreso nel dopoguerra dal Giappone occupato dagli americani che imposero il sindacalismo giallo. Il neocorporativismo italiano ha origine nella metà degli anni settanta quando Berlinguer impose ai lavoratori l'austerità. La proposta di Landini si basa sulla fiscalizzazione degli aumenti contrattuali. Sono in scadenza contratti per milioni di lavoratori. Con questa proposta Confindustria giocherebbe al ribasso tanto, grazie allo Stato, al lavoratore andrebbe tutto in netto.

Un'altra proposta di Landini è quella di invitare il nuovo governo a puntare sulla formazione (non sull'istruzione) dove i confederali la fanno da padrona dagli accordi corporativi del 1993 che diedero il sistema della formazione ai confederali. Su La Stampa, seraficamente, Carlo Cottarelli, probabile ministro dell'Economia (autentico suicidio dei grillini) afferma che prima di redistribuire occorre creare reddito.

Forse Landini e Cottarelli non sanno che secondo Eurostat nel manifatturiero italiano vi è stato nel periodo 2015-2018 un aumento della produttività del lavoro del 9.1%, superiore al 7.1% tedesco. O fanno finta di non sapere. Comunque con questo nuovo governo gli avvoltoi presentano il conto. Stiano attenti i grillini, mi permetto di suggerire.

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