Colonialismo con altri mezzi. Il comunicato del Partito comunista del Benin sui vaccini dalla Francia

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo comunicato del partito comunista del Benin

Partito comunista del Benin (Pcb)

01 B.P. 2582 Recette Principale Cotonou (Rép. du Bénin)

Tél. : 21 30 03 22/97 98 35 65 – Site :www.la-flamme.org

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Sul cosiddetto regalo dei vaccini al Benin da parte dell’Agenzia francese per lo sviluppo

Una provocazione inaccettabile. Il 19 gennaio 2021, consegnando un secondo lotto di materiale medico al governo del Benin, l’ambasciatore francese Marc Vizy, a nome dell’Agenzia francese per lo sviluppo (Afd) ha parlato a vanvera: «Siamo all’avanguardia nel progetto Covax, un dispositivo che dovrebbe permettere alle popolazioni più vulnerabili di avere accesso al vaccino. Il vaccino proposto al Benin interessa diversi altri paesi. Ora vediamo come articolare tutto».

E’ sotto gli occhi di tutti il caos provocato in tutto il mondo da Covid-19 e soprattutto dai diversi vaccini messi a punto precipitosamente. Di quelli a base di Arn (acido ribonucleico) messaggero che manda messaggi alle cellule, a differenza dei vaccini classici, nessuno conosce le conseguenze per la salute umana. I fabbricanti declinano ogni responsabilità; per loro, si tratta di raccogliere miliardi di dollari dalle vendite. Molti cittadini europei, in un continente dove l’epidemia di Covid-19 è al culmine, sono diffidenti nei confronti del vaccino, malgrado le pressioni incessanti. Nessuno ripone fiducia nei colossi farmaceutici, la cui prima preoccupazione è il profitto.

In Africa subsahariana in generale e in Benin in particolare non c’è un’epidemia di Covid-19. Secondo i dati ufficiali divulgati dal governo, l’8 febbraio il Benin registrava, dall’inizio della pandemia, in tutto 4193 casi di persone trovate positive al virus Sars-CoV-2 e 55 decessi (NdT: il paese ha 11,5 milioni di abitanti). Sappiamo, sempre dalle cifre ufficiali, che per esempio nello stesso periodo nel nostro paese sono morte 400 persone per insufficienza renale e 3600 di malaria.

Dunque, per la Francia non è importante aiutare il Benin a risolvere i veri problemi di salute che ha davanti, ma imporgli “aiuti” che favoriscono i grandi gruppi predatori internazionali. Per preparare l’opinione pubblica beninese ad accettare quest’offerta avvelenata, giornali come Fraternité hanno pubblicato, il 4 febbraio, un sondaggio secondo il quale il 51% dei cittadini sarebbe favorevole al vaccino.

Questi vaccini che vanno conservati a temperature di – 70° C sono un pericolo per le popolazioni africane. Se ci si preoccupa della catena del freddo in Europa e negli Stati uniti, non si può certo sperare che questa venga assicurata in Africa. D’altra parte, è nota l’ossessione degli imperialisti a proposito della sedicente popolazione africana e il loro desiderio di disfarsene. Emmanuel Macron non ha forse definito «i sette-otto bambini» delle donne africane come un problema di civiltà da risolvere? Del resto, non possiamo dimenticare il ruolo dell’Adf nella vaccinazione massiccia di ragazzine in certe regioni del nostro paese, con il nascosto obiettivo di renderle sterili. Per questo, occorre rifiutare le offerte avvelenate degli imperialisti e dei loro agenti.

E’ possibile affrontare le malattie, anche qui. Ci sono cure nazionali; ma i nostri governanti rifiutano di metterle in pratica e diffonderle, dimenticando che solo così si può arrivare a mettere in piedi una vera industria farmaceutica nazionale, invece di continuare a tendere la mano a potenze imperialiste la cui ultima preoccupazione è la salute delle nostre popolazioni.

Di fronte a tutto questo, è giocoforza constatare che non solo le offerte dell’ambasciatore francese al Benin sono indecenti, ma si tratta di una vera provocazione nei confronti del popolo beninese e delle popolazioni africane in generale. Non possiamo accettare un’offerta avvelenata.

Cotonou 9 febbraio 2021

Partito comunista del Benin

(Traduzione di Marinella Correggia)

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