Siria - La lotta del secolo scorso si ripete oggi

La lotta di Liberazione della Siria che nei giorni scorsi ha celebrato i 75 anni di Indipendenza dal colonialismo francese. Il significato di quella lotta alla luce degli eventi recenti con i 10 anni di guerra e resistenza alla guerra per procura della NATO, Israele e le monarchie del Golfo che hanno usato i terroristi per rovesciare il Presidente Assad e gli scenari futuri del paese arabo in vista delle prossime presidenziali previste per il prossimo 26 maggio.

di Nasser Kandil

Molti credono che il processo che ha portato all'indipendenza e all'evacuazione delle forze armate francesi dal Libano e dalla Siria nel 1946 sia stato identico, così come credono che il processo del mandato sia stato lo stesso in entrambi i casi.

Per questo non prestano attenzione al fatto che i libanesi celebrano la loro indipendenza il 22 novembre, in ricordo di quel giorno del 1943 in cui le autorità di occupazione francesi, dopo aver rilasciato il presidente Bechara al-Khoury e il primo ministro Riad al-Solh, hanno annunciato di aver accettato l'indipendenza del Libano.

Di conseguenza, il 31 dicembre 1946, data dell'evacuazione delle forze di occupazione francesi dal Libano, tende ad essere cancellato dalla storia libanese, mentre i siriani celebrano la loro indipendenza nazionale il 17 aprile, data dell'evacuazione dell'esercito francese dal loro territorio nel 1946, e tendono a cancellare dalla loro storia la data del riconoscimento francese dell'indipendenza della Siria il 14 marzo 1936 [la Francia aveva firmato trattati di indipendenza con la Siria e il Libano nel 1936 ma non aveva ratificato questi trattati].

Una differenza notevole tra questo stesso mandato sul Libano e sulla Siria sta nell'unificazione del Libano in concomitanza con la spartizione della Siria; la creazione del "Grande Libano" il 1° settembre 1920 - con l'annessione del Monte Libano e di quattro wilaya - è stata proclamata lo stesso giorno della spartizione della Siria in diversi stati con i decreti del generale Henri Gouraud, rappresentante dell'autorità del mandato francese sulla Siria.

Pertanto, il centenario del Grande Libano, recentemente celebrato come festa nazionale che commemora la nascita di un nuovo Libano politico, è un giorno nero per i siriani. Infatti, ricorda la spartizione della Siria secondo le denominazioni adottate nei decreti del generale Gouraud: lo Stato di Damasco, lo Stato di Aleppo, lo Stato degli alawiti, lo Stato dei drusi, oltre allo Stato del Grande Libano. E questo, senza dimenticare il Sandjak di Alexandrette offerto più tardi alla Turchia dagli accordi di Losanna e Sevres.

Il Libano fu così costituito dall'unione di cinque wilaya, mentre la Siria fu divisa in cinque stati. E proprio come il Libano ha dovuto sopportare l'agonia della nascita di un'unità nazionale nonostante i disaccordi dei suoi diversi componenti riguardo all'occupazione francese e l'annuncio della creazione del Grande Libano, i siriani hanno dovuto concretizzare la loro volontà comune di lottare contro l'occupazione francese per far rinascere una Siria unificata, un obiettivo raggiunto con la forza della loro resistenza il 17 aprile 1946.

Un quadro politico per la riunificazione della Siria fu fornito dal trattato del 1936 in cui la Francia riconobbe l'unità della Siria dopo duri negoziati guidati da Fares al-Khury, Jamil Mardam e Saadallah al-Jabri, una rivoluzione armata che durò più di 15 anni e la disobbedienza civile che culminò in uno sciopero di 60 giorni in tutta la Siria.

Quindici anni di scontri durante i quali sono caduti più di quattromila martiri; in particolare, il martirio consensuale del ministro della Difesa siriano e dei suoi sostenitori durante la battaglia di Mayssaloun il 24 luglio 1920, i martiri del bombardamento aereo di Damasco nel 1925, molto prima del bombardamento del Parlamento siriano in quello che è stato definito il "massacro di Damasco" nel 1945.

I libanesi hanno infine formato un quadro politico favorevole all'unità del Grande Libano come era stato concepito dall'occupante francese e sotto il suo mandato, grazie all'inflessione dei quattro governatorati che avevano rifiutato di unirsi al nuovo Libano durante la rivoluzione siriana del 1920.

Da allora, il Libano poté intraprendere un percorso politico durante il quale la resistenza scomparve gradualmente, soprattutto dopo l'esecuzione di uno dei suoi leader, Adham Khanjar, nel 1922 e la morte del suo compagno, Sadeq al-Hamza, nel 1926.

D'altra parte, i siriani dovevano consolidare la loro resistenza all'occupazione francese attraverso un aperto confronto politico, popolare e militare. Questo fu portato avanti da un certo numero di combattenti della resistenza memorabile provenienti da tutti i governatorati siriani, tra cui Abd al-Rahman Shahbandar, Sultan Pasha al-Atrach, Ibrahim Hanano, Saleh al-Ali e Fawzi al-Qawuqji, che lottarono per costringere le forze di occupazione a riconoscere l'unità e l'indipendenza della Siria; la resistenza popolare armata rimase il fattore principale e decisivo della lotta nazionale fino all'evacuazione delle forze armate francesi il 17 aprile 1946.

Quello che alcuni rifiutano di vedere è che oggi la lotta per l'unità territoriale e l'evacuazione delle forze di occupazione straniere non è così diversa da quella che i siriani hanno vissuto in passato.

In effetti, lo spettacolo di coloro che hanno cavalcato l'onda dell'occupazione e della divisione nel secolo scorso sotto gli slogan di libertà, liberalismo e settarismo si ripete oggi. L'impegno incrollabile dello stato siriano per stabilire un quadro politico e costituzionale nel passato che rafforzi l'impegno dei suoi cittadini per l'indipendenza e l'unità territoriale si ripete oggi. Così come la richiesta dei siriani di evacuare le forze di occupazione straniere e il loro rifiuto di dislocare il loro territorio ieri si ripete oggi.

È per questo che prevedono le prossime elezioni presidenziali dal solo punto di vista dell'indipendenza e dell'integrità territoriale della Siria, essendo la rielezione del presidente Bashar al-Assad diventata per molti siriani il simbolo della loro lotta oggi. È con questo spirito che hanno celebrato il loro Giorno dell'Indipendenza e, più precisamente, il loro Giorno della Liberazione dalle forze di occupazione il 17 aprile 2021.

*Politico libanese, ex deputato e direttore del quotidiano libanese Al-Binaa

Tradotto dall’arabo in francese da Mouna Alno-Nakhal

Tradotto dal francese per LAntiDiplomatico da Nora Hoppe

Le più recenti da OP-ED

On Fire

Il "piano Draghi": ora sappiamo in cosa evolverà l'UE

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico Io credo che le prossime elezioni europee andrebbero inquadrate nel modo più corretto possibile. Provo a dare la mia interpretazione. 1 Si dà troppo...

Andrea Zhok - Il momento esatto in cui si è deciso il suicidio di Ucraina e Europa

di Andrea Zhok* Tre giorni fa, il 16 aprile, l'autorevolissima rivista di provata fede atlantista "Foreign Affairs" ha pubblicato un articolo che mette la parola fine a tutte le chiacchiere intorno...

L'avviso (finale) del Fondo Monetario Internazionale all'Impero Americano

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico   Abbiamo sempre sottolineato che questa enorme crisi geopolitica in corso abbia una origine di tipo economico e monetario. Del resto solo le persone ingenue...

Alessandro Orsini - Le democrazie occidentali, le dittature e l'antropologia culturale

  di Alessandro Orsini*   C’è questa idea senza alcun fondamento empirico secondo cui le democrazie occidentali sono sempre migliori delle dittature. Lo studio della storia smentisce...

Copyright L'Antiplomatico 2013 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa