Angelo D'Orsi - Il brutto vizio della sinistra


Riceviamo dal Prof. D'Orsi una amara riflessione sulla frammentazione della sinistra, nata dalla lettura di alcuni commenti su un suo post su Gorbaciov. Qualunque cosa si possa pensare sull'ultimo leader dell'Unione Sovietica - e la posizione de l'AntiDiplomatico è chiara a proposito - non si può non concordare con il Prof. D'Orsi sulle cause della frammentazione che hanno portato all'impossibilità di creare un fronte unico contro tutti i partiti che hanno sostenuto e sostengono l'attuale governo Draghi.

Buona lettura.

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IL BRUTTO VIZIO DELLA SINISTRA

Angelo d’Orsi

Quando è mancato Michail Gorbacev, per ricordarne la figura, ho scritto un commento su Facebook, ovviamente senza approfondire, e cercando di riconoscere, in sintesi meriti ed errori del politico. Il post ha avuto numerosissimi "like" e molte condivisioni e nel contempo ha ridestato dal torpore i soliti leoni e sciacalli da tastiera. Sulle reti sociali gli individui pensano di poter dire qualsiasi sciocchezza o infamia, come se la rete li proteggesse. Ma insomma, sappiamo grosso modo come funziona! E dobbiamo accettare il gioco anche se non ne condividiamo le regole (o l'assenza di regole).

Al di là dei commenti beffardi, o direttamente ingiuriosi mi ha colpito lo scatenarsi nel mondo delle Sinistre, di polemiche incredibili: siamo ancora a Stalin contro Trockij, e addirittura ci sono coloro che aggrediscono i critici del primo, accusandoli di preferire Hitler (!), mentre gli ammiratori del secondo attribuiscono al primo tutte le colpe del mondo. Il povero Gorbacev è finito come si dice nel tritacarne, e il mio giudizio che, nella sua frettolosa sintesi, voleva essere equanime ha finito per contribuire a una ingenerosa liquidazione. Da parte di chi? Ma, naturalmente!, dei sedicenti "veri comunisti", pronti non solo a impartire lezioni a me, ma a gettare fango su tutti gli altri, gratificati con beffarde provocazioni del tipo: "e tu saresti comunista?".

Nell'insieme scorrere quei commenti, è stato deprimente, e pure istruttivo. Tutti pronti a salire in cattedra, forti solo delle proprie simpatie o idiosincrasie, ma specialmente tutti pronti a sparare ad alzo zero contro i "compagni". Del resto il via lo aveva dato, con malgarbo e cattivo gusto, Marco Rizzo, annunciando di aprire la migliore bottiglia messa da parte e brindare alla morte del “traditore” Gorbacev.

Un triste panorama, che ci induce a sottolineare che la Sinistra necessita di una vera e propria rinascita, innanzi tutto etica e culturale, con un enorme lavoro collettivo, volto non soltanto a unire, ma anche a distinguere, e affrontar a un gigantesco sforzo di alfabetizzazione politica. E un ulteriore sforzo di creatività, volto a gettare alle ortiche dispute vecchie e stantie, a saper imparare ad essere aperti e tolleranti con quelli della propria parte, e riservare la durezza della polemica con "gli altri", ma pronti a dialogare anche con gli avversari se si individuano terreni comuni di azione, su temi specifici. Questa è la politica. Certo, oltre che citare Lenin, o Gramsci, o Rosa Luxemburg, bisognerebbe studiarli, e trarne insegnamenti validi per il tempo presente.

Questa piccola ennesima esperienza mi conferma che abbiamo davanti un "lungo lavorio ideologico e culturale", come scriveva Gramsci. Se si vuole lavorare a una rinascita della sinistra, come sto proponendo da tempo (e ora all’interno del progetto di Unione Popolare, di Luigi De Magistris) si deve salvarne gli ideali e i valori, frettolosamente gettati alle ortiche da Occhetto e poi dai suoi successori, in una volgare corsa a chi era più “liberale”; ma nel contempo occorre ideare contenuti e linguaggi nuovi, smettendo il facile ricorso alla demonizzazione non del “nemico”, ma del “compagno”. Se al di là dell’esito elettorale si riuscisse a ottenere questo risultato sarebbe già un grande successo.

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