Italiani popolo di pecoroni?

di Edoardo Laudisi


Dice, i francesi sì che hanno i coglioni, visto che bordello stanno mettendo su? La Francia brucia, a milioni sulle strade contro Macron mentre noi italiani siamo i soliti pecoroni, vigliacchi e voltagabbana. Che poi era lo stesso pensiero del Radetzky e dei tedeschi dopo l’8 settembre.

Ora, al di là del senso di frustrazione a vedere i milioni che oltralpe stanno mettendo alle strette le petite Roi, mentre da noi c’è calma così piatta che sembra quasi che si stia come d'autunno sugli alberi le foglie, prima di lanciarsi nelle solite autoflagellazioni antiitaliane e sputarci in testa e prenderci a escrementi in faccia sarebbe meglio fare un respiro profondo, contare fino a cinque, pensare e solo dopo parlare. Intanto non è assolutamente vero che gli italiani siano un popolo di pecoroni che si fanno andare bene tutto purché se magni ma hanno dimostrato in più occasioni il loro dissenso.

Lo hanno fatto a Genova nel 2001 ad esempio, e uno è rimasto steso sull’asfalto. Lo hanno rifatto dieci anni dopo a Roma nell’ottobre del 2011 e ancora nell’autunno del 2021 in una serie di proteste contro il green pass in tutte le città italiane, proteste soppresse dai divieti a manifestare e dal vaccino obbligatorio del “se non ti vaccini ti ammali muori o fai morire i tuoi cari” di draghiana memoria. Andando più indietro nel tempo come chiamare quel periodo tra metà degli anni ottanta e il terribile 1992, che prese il nome di primavera di Palermo, se non rivoluzionario? Quella voglia di rinnovamento radicale fu soffocata solo dalle stragi di Capaci e di via D’Amelio. Questo per citare solo gli eventi maggiori più recenti della nostra storia tormentata, perché il dissenso nel nostro paese si è espresso in una miriade di resistenze locali e micro-frammentate sempre pronte a riaccendersi al primo colpo di vento come la cenere sotto la brace.

Quello che è mancato semmai è stato un corpo politico all’altezza di questo sentimento di ribellione.

Quello che è mancato, sempre, è stata un’entità politica coraggiosa, forte, portatrice di una cultura in grado di resistere alla corruzione, visionaria ma non ingenua, piena di buona volontà, che fosse capace di raccogliere queste istanze per tramutarle in agire politico pragmatico, vero, reale, in grado di produrre cambiamento. Perché nessuno in questa nazione si è preso la briga di costruire un’entità del genere.

Molti hanno preferito rifugiarsi sotto la sottana puzzolente di un PCI, poi Pds, poi PD evocando Marx il profeta e Lenin lo zio bolscevico buono, le cui dottrine vanno intese come immodificabili et eterne al pari di un corano per atei, e rimanere fermi lì o al massimo passare al neoliberismo per poi magari tornare alle sacre scritture dopo un periodo di pentimento. Altri, e forse sono i peggiori, hanno fabbricato trappole per canarini, come il movimento 5 stelle. Probabilmente la più grande delusione dell’epoca postmoderna. Un colpo fatale per la volontà di rinnovamento degli italiani. Quello che hanno fatto Grillo & co: raccogliere le forze genuine di dissenso accumulate negli anni che non avevano trovato uno sbocco concreto, promettere di essere quello sbocco e poi gettare tutto nella spazzatura. Chi ha ancora voglia di sbattersi dopo un’esperienza del genere?

Già nel lontano 1986, un’indagine Eurisko condotta da Gabriele Calvi rilevava che l’80,2% degli italiani era d’accordo nel ritenere che la gente avesse poca influenza sull’operato dei politici, mentre solo il 23,3% pensava che il governo fosse sensibile alla pubblica opinione. Questo sentimento di disaffezione non ha avuto mai sbocchi ma è stato sempre sfruttato dalle forze politiche per mantenersi al potere o raggiungerlo fuorviando la gente, come nel caso del movimento 5 stelle.

Prima di parlare di popolo di pecoroni e di vigliacchi come faceva Radetzky, sarebbe bene riflettere su tutto questo e magari imparare la lezione. Se oggi non ce ne frega nulla di fare come i francesi è perché vogliamo qualcosa di più che dar fuoco a qualche cassonetto. Col tempo forse capiremo come arrivarci evitando trappole e le sottane puzzolenti che si stanno già agitando.

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