Il rifiuto della Ue al summit con Putin e la nuova strategia anti russa

01 Luglio 2021 12:00 Marinella Mondaini

I leader della Ue, riunitisi a Bruxelles per il vertice del 24 e 25 scorsi, oltre ai temi del Covid-19 e della migrazione, hanno discusso le relazioni con l’estero e in particolare con la Russia.

Tema centrale - la nuova strategia dell’Europa unita nei confronti della Russia, enunciata dall’Alto Rappresentante della Ue, Joseph Borrell. Strategia che recita esattamente così:

“respingere, contenere, interagire”, un “triplice approccio da attuare nell’ordine stabilito. Si tratta di un pragmatismo di principio”. (https://www.consilium.europa.eu/it/meetings/european-council/2021/06/24-25/)

E invece si tratta di una vera e propria schizofrenia, una strategia che costituirebbe materiale prezioso per gli psichiatri, in quanto una persona normale e di buon senso non può non ravvedere nel triplice approccio un’insostenibile contraddizione, come si può allo stesso tempo respingere e interagire con la Russia? Ma nelle menti malate della leadership europea che l’hanno partorita, essa non suscita nessuna dissonanza cognitiva. Non hanno più la percezione della realtà e viaggiano in un tunnel buio senza via d’uscita. La strategia ricalca in sostanza quella della Nato, Borell non è stato in questo un gran inventore, ma quanto si fa per compiacere a Washington!

“Una strategia che entrerà nella storia della Ue e delle relazioni internazionali come una strategia completamente senza senso – ha dichiarato il presidente del Consiglio della Federazione Russa, Konstantin Kosacjov - poiché realizzare contemporaneamente i tre componenti della strategia semplicemente non è possibile”.

Quanto riguarda il primo componente della formula, cioè il “contrastare” o “respingere”, la Ue agirà su due fronti, prima di tutto attraverso l’imposizione alla Russia del suo modello di democrazia e l’impegno a “respingere le violazioni dei diritti umani facendosi portavoce dei valori della democrazia nelle sedi internazionali” e, per secondo, imporre la concezione dell’Ue di come devono essere impostati i rapporti tra Russia e Ucraina.

https://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2021/06/16/von-der-leyen-russia-aggressiva-e-sfida-strategica-per-ue_9c6506cd-4b9d-40b1-84c9-0aa7c321a22c.html

Borrel ha indicato come parte importante di questo passaggio, “il sostegno all’Ucraina e alla sua sovranità e indipendenza, invitando la Russia ad assumersi le proprie responsabilità come parte del conflitto e ad attuare pienamente gli accordi di Minsk”, tale è la condizione essenziale per qualsiasi cambiamento sostanziale nella posizione dell’Ue.

E’ evidente il ricatto, ma soprattutto la dichiarazione favorisce un gravissimo equivoco poiché mente sul contenuto reale degli accordi di Minsk. L’attuazione integrale di questi accordi - come scritto, nero su bianco, nel testo – spetta all’Ucraina e non a Mosca, perché essa non è parte del conflitto in corso nel sud-est ucraino, ma è solo un garante, così come lo sono la Francia e la Germania. Stessa pretesa andrebbe allora estesa anche a questi due paesi! Ma la dichiarazione della Ue è oramai divenuta il mantra con il quale l’Occidente vuole far passare per verità la menzogna che la guerra nel Donbass la fa Mosca e non Kiev.

Il secondo principio - “contenere”- è indirizzato a contrastare gli attacchi russi agli interessi della Ue e per questo l’Unione deve divenire più robusta e resiliente”. La nuova strategia Ue nei confronti della Russia prevede “un impegno nel contenere le minacce e le azioni nocive di Mosca in maniera sistematica e congiunta con i partner come la Nato e il G7”.

La Ue dovrà quindi “sviluppare ulteriormente le sue capacità di sicurezza e difesa informatica e rafforzare le capacità di risposta alle minacce ibride facendo leva sull’interscambio energetico”.

Se ne deduce che in sostanza, la Ue farà di tutto per mantenere la Nato e appoggiarsi ad essa completamente.

Quanto concerne il terzo componente – “interagire” – la Ue spera di interagire con Mosca in tutte le sfere che sono importanti prima di tutto per l’Europa, come la lotta ai cambiamenti climatici, contro la diffusione del coronavirus, poi nella questione dell’Artico, regolazione dei conflitti regionali e infine nelle varie questioni economiche, dalle quali deve dipendere la stabilità economica della Ue, ma nel documento non c’è il benché minimo accenno di togliere o allentare le sanzioni economiche contro la Russia.

Da parte sua, la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen ha dichiarato che “l’Unione Europea si deve preparare ad un peggioramento dei rapporti con la Russia e condurre il dialogo da una posizione di forza. Ci troviamo in una spirale negativa, se guardiamo la situazione degli scambi commerciali, l’Unione Europea è in netto vantaggio poiché l’esportazione verso la Russia è del 37%, mentre le importazioni dalla Russia nella Ue - solo il 5% - ha dichiarato la Von der Leyen.

I leader dei paesi del blocco Ue hanno affidato a Joseph Borrell e alla Commissione europea il compito di “studiare la possibilità di introdurre altre misure restrittive e sanzioni economiche nel caso di futura attività dannosa di Mosca”.

In altre parole, il senso della nuova strategia Ue esiste nel come sfruttare al massimo il nemico a proprio vantaggio e profitto.

Nell’Unione Europea tuttavia manca una vera unità nell’approccio verso la Russia, essendo afflitta da vari problemi interni, non da ultimo quello delle ambizioni.

La Cancelliera Angela Merkel pochi giorni fa nel suo discorso al Bundestag, aveva proposto di riprendere il dialogo ai più alti livelli con la Russia e invitare Vladimir Putin al summit della Ue, dichiarando che anche l’Unione Europea deve cercare il contatto diretto con la Russia e con il suo presidente, poiché non è sufficiente quando il presidente degli Stati Uniti parla con il presidente della Russia, anche la Ue non si deve estraniare dal dialogo”.

Manuel Macron aveva sostenuto la Merkel, dichiarando che “la Ue non deve accettare l’assenza di dialogo con la Russia, il quale dovrebbe essere esigente e vasto”. Infine anche il premier Mario Draghi si era detto favorevole alla ripresa del dialogo con la Russia.

Ma chi ha costretto i leader europei a cancellare il dialogo con la Russia? Macron e la Merkel non lo dicono. Putin da molti anni lo propone con regolarità; l’ultima volta nel suo ultimo articolo “Essere aperti nonostante il passato”, dove ancora una volta il presidente russo tende la mano ai leader europei, formulando un reset dei rapporti. E’ molto probabile che sia stata la lettura dell’articolo di Putin a determinare l’inaspettata reazione della Merkel e di Macron.

Ma il dialogo che propone la Russia è un dialogo fra pari e non fra maestro e alunno, dove il maestro dà lettura di pretese, richieste e ultimatum e l’alunno esegue!

Purtroppo questo è un modo divenuto inscindibile, sul quale si intestardiscono gli occidentali.

Putin aveva dichiarato precedentemente. “Noi non dettiamo mai la nostra volontà agli altri paesi, desideriamo una politica alla pari e condotta con metodi diplomatici, vogliamo una collaborazione proficua con tutti. Confidiamo che il buon senso e la volontà di sviluppare con noi rapporti costruttivi prima o poi prenderanno il sopravvento”.

Il buon senso per l’appunto avrebbe potuto prendere il sopravvento nel summit fra l’Unione Europea e la Russia che avevano proposto Angela Merkel e Emmanuel Macron. Ma la loro richiesta di convocare un vertice tra l’Unione e la Russia è stata respinta. La posizione di netto rifiuto, opposta dalle ex repubbliche sovietiche, Lituania, Lettonia ed Estonia, poi Polonia, Svezia e Olanda e altri (in totale 10 paesi) ha bloccato la proposta di Francia e Germania.

In sostanza la Ue è ostaggio della coalizione antirussa che detta le sue volontà perfino a Berlino e Parigi, è in balia di un pugno di Stati, fra i quali ci sono quelli che marciano indisturbati sulla via del nazismo, come i paesi baltici e l’Ucraina, che non fa parte della Ue, ma esercita molta influenza e attrattiva su di essa.

Negli ultimi vent’anni, nell’Unione Europea sono avvenuti cambiamenti sostanziali nel rapporto di forze nell’iter del prendere le decisioni e consistono nel fatto che l’Unione Europea, allargandosi continuamente, ha inglobato una serie di paesi che prima confinavano con la Russia, come i paesi baltici e la Polonia, e paesi che hanno pretese verso la Russia, come per esempio, la Romania.

I grossi paesi europei hanno di fatto permesso a questi paesi europei “giovani”, che non rientrano fra i paesi fondatori dell’Unione Europea, che sono privi di qualsiasi influenza al di fuori della Ue, di dettare l’agenda nel campo dei rapporti con la Russia.

Macron in una delle sue ultime interviste, aveva promesso di convincere questi paesi europei minori a cambiare posizione, ma non c’è riuscito. Non solo, ma come ha detto il senatore e Presidente della Commissione del Consiglio della Federazione Russa per l’Informazione Politica Aleksej Puskov: “in tal modo è stata messa in dubbio e in ombra l’autorità della Merkel e il peso politico di Francia e Germania”. Una volta nella Ue, - continua il senatore Puskov, - era stata formulata l’idea che i paesi piccoli appena inglobati nella Ue non dovevano avere gli stessi diritti e pieni poteri come gli Stati fondatori, tuttavia questa idea durante il processo di allargamento dell’Unione Europea è stata rigettata”.

Come si dice – “chi semina vento raccoglie tempesta”.

Il fallimento nel promuovere l’idea dell’incontro tra i leader della Ue e Vladimir Putin rivela l’inadeguatezza della cancelliera Angela Merkel come leader, scrive il giornale “Daily Express”, la Merkel è il leader politico più sopravvalutato dei nostri tempi, ma questo fiasco ha mostrato tutta la sua debolezza”. https://www.express.co.uk

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