La doppia morale dei media sull'Ucraina

28 Febbraio 2022 14:50 Fabrizio Verde

Dalla partenza dell’operazione russa in Ucraina la narrazione dei media mainstream è interamente tesa a criminalizzare la Russia e il suo intervento teso alla smilitarizzazione e la denazificazione dell’Ucraina.

Opinionisti dei media, giornalisti ed esponenti politici sono stati accusati di usare due pesi e due misure. Usano i media non solo per esaltare la presunta resistenza armata dell'Ucraina alle truppe russe, ma anche per sottolineare il loro orrore su come un tale conflitto possa accadere in una nazione "civilizzata". Dove ci sono ragazzi con capelli biondi e occhi azzurri. Come a voler dire che negli interventi bellici statunitensi degli ultimi anni morivano dei subumani mediorientali. Adesso è diverso, in gioco ci sono vite di uomini e donne ‘ariani’ per definirli in un modo ideologicamente affine alla cricca al potere a Kiev.

Vediamo qualche clamoroso esempio.

Il corrispondente di CBS News a Kiev, Charlie D'Agata, ha affermato lo scorso venerdì: "Questo non è un posto, con tutto il dovuto rispetto, come l'Iraq o l'Afghanistan che ha visto un conflitto infuriare per decenni. Questa è una città relativamente civile, relativamente europea - devo scegliere queste parole con attenzione - dove non ci si aspetta questo, o si speri che accada".

Le parole del giornalista sono state accolte con derisione e rabbia sui social media, con molti che hanno sottolineato come le sue dichiarazioni abbiano contribuito all'ulteriore disumanizzazione delle persone non bianche e non europee.

D'Agata si è poi scusato, dicendo di aver parlato "in un modo di cui mi pento".

La BBC ha invece ospitato l'ex vice procuratore generale dell'Ucraina, David Sakvarelidze.

"È molto commovente per me perché vedo persone europee con i capelli biondi e gli occhi azzurri che vengono uccise ogni giorno dai missili di Putin, dai suoi elicotteri e dai suoi razzi", ha affermato Sakvarelidze.

Il presentatore della BBC ha risposto: "Capisco e naturalmente rispetto la commozione”.

Quindi abbiamo scoperto che in tempio internazionale del politicamente corretto è possibile far passare concetti nazisti con la comprensione dei giornalisti della stessa BBC.

Sky News ha trasmesso un servizio su persone a Dnipro che preparano bottiglie incendiare Molotov, spiegando come il polistirolo fa aderire meglio l’ordigno incendiario ai veicoli.

"Incredibile che i media occidentali - si legge sui social - mainstream diano una tale copertura di persone che preparano molotov. Se fossero persone brune in Yemen o in Palestina a fare lo stesso, verrebbero etichettati come terroristi che meritano il bombardamento con droni da parte di Israele o Arabia Saudita".

Su BFM TV, il canale di notizie via cavo più seguito in Francia, il giornalista Philippe Corbe ha dichiarato: "Non stiamo parlando di siriani che fuggono dai bombardamenti del regime siriano sostenuto da Putin, stiamo parlando di europei che partono in auto che assomigliano alle nostre per salvarsi la vita".

D’altronde non dovremmo stupirci più di tanto per siffatti comportamenti. Parliamo della stessa stampa liberale che descrive l’operazione russa in Ucraina come peggiore crisi di sicurezza dell'Europa dalla fine della seconda guerra mondiale, occultando i bombardamenti NATO sulla Yugoslavia, o il conflitto dell'Irlanda del Nord, durato dagli anni '60 al 1998.

Per non parlare del fatto che l’Europa ha invece esportato colonialismo e guerre.

Come abbiamo visto in passato le armi mediatiche sono sempre le medesime: doppi standard e menzogne. Le hanno utilizzate in Iraq, in Afghanistan, in Libia, in Siria, in Yugoslavia, in Venezuela e adesso le usano in Ucraina con l’obiettivo di occultare il neonazismo di Kiev e l’attitudine guerrafondaia della NATO.

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