Ucraina-Russia. Alessandro Barbero e il parallelo con la liberazione di Trento e Trieste (maggio1 1915)

In un’iniziativa in streaming al liceo Torricelli di Somma Vesuviana, lo storico Alessandro Barbero (qui l’intervento integrale) affronta il tema della guerra in corso in Ucraina e la “selettività” della memoria collettiva.

Riportiamo due brani particolarmente sifgnificativi, consigliando la visione integrale.

“La storia è fatta di aggressioni e lo storico sa che farsi prendere dalle emozioni, avere come reazione principale la condivisione della sofferenza di chi è aggredito non può essere la reazione dominante. Il mio mestiere è un altro, è capire. Questo non vuol dire che non ci siano casi in cui io faccio il tifo. Nella Seconda guerra mondiale i vincitori erano dalla parte giusta, ma non faccio fatica a dire che hanno commesso orrori. Che i sovietici hanno sterminato gli ufficiali polacchi nelle fosse di Katyn, che Churchill ha fatto morire milioni di indiani ai tempi della carestia del Bengala, non faccio fatica a dire che i bombardamenti aerei degli Alleati sulle città italiane e tedesche siano stati indiscriminati. Tutto questo non mi impedisce di dire che c’era una parte che aveva ragione. E per fortuna ha vinto quella che aveva ragione. Anche nella guerra tra Russia e Ucraina, se uno è convinto che l’Ucraina abbia ragione va bene, ognuno fa le sue scelte emotive e morali, ma questo non deve diventare tifo da stadio. E’ come se uno, discutendo di Seconda guerra mondiale, siccome gli alleati avevano ragione, dicesse ‘non voglio discutere delle bombe atomiche sul Giappone e se tu discuti la legittimità di sganciare delle bombe atomiche vuol dire che sei con Hitler’. Io non ci sto”.

Sulle motivazioni Barbero si lancia ad un parallelo.

"Immaginate due paesi confinanti un paese A e uno B.
Confinano e non si vogliono bene e hanno un lungo passato di contrasti.
Nel paese A, vicino al confine, ci sono alcune province i cui abitanti parlano la lingua del paese B, hanno la stessa nazionalità del Paese B, però si trovano nel paese A, dove si trovano male, sostengono di essere oppressi, discriminati. Si ritengono discriminati. Molti di loro, giovani, intellettuali, professori vorrebbero essere nel paese B.
Il Paese A e B sono in costante tensione, e finalmente a un certo punto il Paese B dichiara guerra al Paese A o comunque lo invade, allo scopo dichiarato di liberare i compatrioti che vivono oppressi nelle province di confine del Paese A.
Sto raccontando il 24 maggio del 1915 quando l’Italia ha invaso l’impero austriaco per liberare Trento e Trieste.
Se invece stessi raccontando la decisione della Russia di invadere l'Ucraina per liberare i connazionali oppressi di Donetsk e Lugansk, allora forse potrei aggiungere che i russi che vivono in Ucraina non avevano diritto di usare la loro lingua, non avevano scuole nella loro lingua perché il governo Zelensky ha abolito l’uso del russo Uno dei motivi per cui è entrata in guerra è per garantire l’indipendenza o annettere le regioni dell’Ucraina abitate in maggioranza dai russi."

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