Messico, il presidente López Obrador si rammarica che la Germania invii più armi all'Ucraina "a causa della pressione mediatica"

25 Gennaio 2023 17:24 La Redazione de l'AntiDiplomatico

Con la decisione di inviare i carri armati Leopard 2 al regime di Kiev impegnato nella sua guerra per procura contro la Russia, la Germania ha mostrato di aver perduto ogni più piccolo residuo di sovranità e di essere completamente assoggettata ai diktat di Washington. Tanto da prendere una decisione che compromette i propri interessi nazionali ed è contraria alla volontà della maggiornza della popolazione tedesca.

La notizia ha ovviamente fatto il giro del mondo e suscitato reazioni. Il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador si è rammaricato del fatto che il governo tedesco abbia ceduto alle pressioni della stampa e abbia deciso di inviare altre armi all'Ucraina, contro la volontà della maggioranza della popolazione.

"Contro la volontà del popolo tedesco, o della maggioranza dei tedeschi, il governo ha deciso di inviare altre armi all'Ucraina", ha detto Obrador durante la sua regolare conferenza stampa.

Secondo il presidente, il cambio di rotta del governo tedesco è dovuto alle "pressioni dei media tedeschi".

AMLO ha evidenziato che la Germania non voleva "essere troppo coinvolta" nel conflitto tra Russia e Ucraina, ma ha affermato che "il potere mediatico" delle oligarchie è in grado di "soggiogare i governi".

Oltre ad aver annunciato l'invio di carri armati all'Ucraina, la Germania ha dichiarato che addestrerà gli ufficiali ucraini all'uso dei carri armati e sosterrà il Paese nella loro manutenzione.

Rimanendo in America Latina, questa immagine di una Germania piegata ai voleri di Washington, desta ancora più impressione se paragonata al netto rifiuto opposto dal presidente colombiano Gustavo Petro a Washington. Gli Stati Uniti avevano infatti chiesto alla Colombia di cedere le proprie armi di fabbricazione russa, affinché loro avessero poi potuto fornirle al regime di Kiev.

Ma Petro ha risposto che la pace è un imperativo per la Colombia e ha quindi sbattuto la porta in faccia a Washington.

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