In Italia si simula la guerra alla Cina. Le confessioni di un tenente colonnello di Taiwan

12 Gennaio 2023 18:00 Francesco Maringiò

Questa, è la vignetta apparsa sul China Daily, il più diffuso quotidiano in lingua inglese della Cina. La Cina, diventa l’obiettivo della NATO e l’arco che tende la freccia è l’UE. La dichiarazione del direttore generale degli Affari europei del ministero degli Esteri cinese alla dichiarazione congiunta Ue-Nato, rende più chiaro il concetto:

“Non si capisce quale sfida o minaccia la Cina rappresenti per la NATO o per l'UE. L'esercito cinese non si è mai avvicinato a nessun paese membro della NATO. Invece i membri della NATO sono stati impegnati in attività alle porte della Cina. Le accuse alla Cina contenute nella Dichiarazione congiunta UE-NATO sono del tutto infondate.”

Il riferimento è alla firma pochi giorni fa della Terza dichiarazione congiunta tra NATO ed UE nel quale si afferma che: “la crescente assertività e le politiche della Cina rappresentano sfide che dobbiamo affrontare”. E pertanto i cinesi si chiedono, ma che minaccia possiamo rappresentare all’Europa, se siamo fisicamente distanti ed il nostro esercito non si è avvicinato a nessun paese NATO?

Chi si è avvicinato alla Cina, invece, è proprio la NATO.

Un ufficiale delle forze aeree di Taiwan ha rivelato mercoledì di aver partecipato a un programma NATO della durata di sei mesi con alti ufficiali nel nostro paese.

Un tenente colonnello di Taiwan ha affermato di aver partecipato a questo programma presso il NATO Defence College di Roma nel 2021, precisando che fosse uno scambio accademico e non militare. Ed il ministero della Difesa di Taiwan ha dichiarato alla Reuters che Wu non è il primo ufficiale inviato al Defence College.

La cosa non deve stupire. Nel suo nuovo concetto strategico approvato nel 2022 la NATO ha introdotto per la prima volta un grande attore statale non appartenente all’area euro-atlantica: la Cina. E se la Russia viene apertamente definita come “minaccia”, la Cina è etichettata come “sfida”. Una sfida sistemica. Anche per questo, la NATO (il cui acronimi è bene ricordare significa Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico) si spinge fino al Mar Cinese per diventare così una Nato globale.

A novembre scorso, il Segretario Generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha ammesso che il sostegno Nato a Kiev non è iniziato con l’invasione russa dello scorso febbraio, ma "nel 2014 nel centro di addestramento di Yavoriv che è stato bombardato” dove, dice Stoltenberg, "Ho visto militari canadesi, britannici e statunitensi addestrare militari ucraini".

Sappiamo com’è finita. Ora, c’è solo da augurarsi che la Nato globale non voglia sostituire il proxi Ucraina con Taipei e pensare di portarci dritti dritti alla guerra con Pechino!

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