Licenziamenti a Catania. Intervista ad una lavoratrice: "Pfizer non è un'azienda in crisi. Questa cosa fa rabbia"

12 Febbraio 2022 17:02 Francesco Fustaneo

Sono giornate nere, quelle che stiamo vivendo sotto l'aspetto occupazionale nel nostro Paese, dove crescono sempre di più di numero le realtà industriali che chiudono i battenti o che annunciano sostanziosi tagli del personale.

A Catania è stata la Pfizer, la nota azienda che si è aggiudicata esosi contratti pubblici per la fornitura dei vaccini anticovid e che dichiara utili stratosferici, da ultima, ad annunciare nei giorni scorsi la riduzione di personale per il proprio stabilimento, ubicato vicino l'aeroporto di Fontanarossa.

Per l'occasione sono riuscito a contattare una lavoratrice dello stabilimento, Graziella Faranna componente Rsu della Filctem Cgil.

Sono anni che noi manifestiamo la preoccupazione che qualcosa nel sito non vada – mi spiega: il nostro stabilimento a Catania è suddiviso in due aree di produzione, una penicillinica e l'altra non penicillinica e produciamo farmaci a uso iniettabile.

L'area penicillinica è in sofferenza da un po', perché nel corso degli ultimi anni abbiamo perso sempre più mercati, però mantenevamo i volumi perché conservavamo il mercato più grosso che era la Cina e conservavamo i livelli occupazionali.

Già circa tre anni fa, c'eravamo accorti che qualcosa non andava e sapevamo che la Cina, prima o poi si sarebbe presa il mercato, nel senso che avrebbe prodotto per conto proprio.

Abbiamo manifestato queste preoccupazioni in varie sedi ma siamo stati sempre tranquillizzati, e ci veniva detto che comunque, ammesso e non successo che questo si sarebbe verificato, non sarebbe accaduto prima del 2024. Di fronte alle nostre domande di cosa si stesse facendo per fronteggiare tale previsioni e di come contrastare la perdita non ci sono mai state date risposte.

Nel frattempo non è mai stato presentato un piano aziendale, anzi l'azienda è apparsa silenziosa; si attendeva a livello nazionale una convocazione che è arrivata solo a febbraio.

Noi abbiamo fatto più richieste di incontro come Rsu per affrontare l'argomento ma nell'unica convocazione che ci hanno concesso ci hanno dato risposte abbastanza evasive.

Insomma le nostre preoccupazioni sono cresciute sempre di più, fino a concretizzarsi nei giorni scorsi con la convocazione delle organizzazioni sindacali nazionali e in questa occasione l'azienda ha comunicato 130 licenziamenti tra il personale a tempo indeterminato, più 50 contratti interinali che non avrebbe più rinnovato entro febbraio e un'altra cinquantina di interinali non saranno riconfermati da qui ad agosto.

In questa fase è l'area di produzione penicillinica che è stata toccata, ma la nostra ulteriore preoccupazione è che poi sia il turno anche dell'altra area, perché non vediamo progettualità né investimenti nel sito, con contestuale rischio di perdita di competitività.

Alla domanda di quale iniziative lavoratori e sindacati stiano portando avanti risponde: noi abbiamo già indetto uno sciopero per il 4 marzo. Di contro il 15 febbraio siamo stati convocati per iniziare la procedura di raffreddamento e in quella data ci sarà un sit-in di fronte alla Confindustria a Catania. Abbiamo poi una serie di tavoli già aperti prima con la regione e poi col governo.

Pfizer non è un'azienda in crisi, conclude- ha fatturato cifre incredibili eppure manda a casa la gente; ha semplicemente deciso di non investire a Catania. Questa cosa fa rabbia: eppure ha un portafoglio di prodotti immenso e noi abbiamo linee di confezionamento e di inflaconamento e con i giusti investimenti e l'adeguamento conseguente degli impianti, si potrebbe fare molto e bene.

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