Far cadere l'Argentina nel caos economico per applicare misure neoliberiste. Shock economy e neoliberismo nel programma di Macri


Creare uno shock economico per tornare ad applicare in Argentina le ricette neoliberiste che portarono il paese alla bancarotta nel 2001. Questa la denuncia di Axel Kicillof, Ministro dell'Economia nel governo presieduto da Cristina Fernández de Kirchner. «Vogliono gettare nel caos l'economia argentina per applicare i piani di aggiustamento strutturale – speiga il ministro - perché sono sempre stati il partito del mercato e del neoliberismo. Questa è la prima volta che in campagna elettorale di promette una svalutazione. In pratica, stanno promettendo il calo dei salari reali».

Kicillof ha poi rispedito al mittente - con l'ausilio di dati statistici - le accuse di aver provocato una stagnazione dell'economia argentina. Il ministro ha infatti ricordato che sono in crescita i consumi e le entrate fiscali, così come gli occupati e i salari reali. Tutti indicatori di un'economia in buona salute. Mentre ha ammonito che la ricetta proposta da Alfonso Prat-Gay, mente economica di Cambiemos e Mauricio Macri, che prevede una forte e repentina svalutazione del peso, provocherebbe un rialzo dell'inflazione e conseguente calo dei salari reali.

«Affermano che la situazione è catastrofica perché non hanno un piano. Non esiste una novità chiamata piano 'cambiemos', ma solo un piano 'volvemos': il ritorno agli aggiustamenti strutturali, al neoliberismo, alla maxisvalutazione, all'economia senza sussidi, al rialzo indiscriminato delle tariffe. Il loro piano è sempre lo stesso: svalutazione e apertura indiscriminata alle importazioni».

All'attacco di Macri e della sua volontà di riportare l'Argentina ai tempi del neoliberismo, un'epoca conosciuta a queste latitudini come 'larga noche neoliberal', si lancia anche il candidato del Frente para la Victoria Daniel Scioli, che afferma: «Macri pensa di affidare tutto alla logica del mercato, tornare a un neoliberismo che getta nel caos l'economia reale».

Daniel Scioli ha inoltre sottolineato come il candidato della destra abbia imposto il silenzio ai propri economisti di riferimento, in quanto ogni loro uscita pubblica «perché generano paura nei cittadini. Il popolo ha preso coscienza di cosa significa il neoliberismo».

Infine, l'esponente del kirchnerismo ha ribadito la totale chiusura verso un organismo internazionale tristemente conosciuto in Argentina come il Fondo Monetario Internazionale: «Grazie agli accordi stretti con Russia, Cina, Banco del Brasile, BID e Banca Mondiale, a marzo avremo 20 miliardi in più di riserve. Non chiederemo mai più denaro al Fondo Monetario Internazionale. Questa è l'agenda di Macri: Fondo Monetario, fondi avvoltoio, lasciare l'economia in balia del mercato. Mentre io ribadisco la presenza dello Stato come garante degli equilibri».

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