Hugo Chávez assassinato: individuata l'arma che avrebbe provocato il cancro al Comandante



Il sito web Aporrea informa che un’indagine avviata nel marzo 2013 per chiarire le circostanze della morte del presidente del Venezuela, Hugo Chávez, avrebbe individuato l’arma ad alta tecnologia utilizzata dagli Stati Uniti per indurre un cancro letale e particolarmente aggressivo al leader della Rivoluzione Bolivariana.

Secondo l’inchiesta, si tratta di una ‘nanoarma’ con «nanovettori a direzionamento controllato contenente nanoparticelle induttive con acceleratori di metastasi».

Aporrea spiega che si tratta di un’arma multifunzionale, capace di provocare «varie malattie mortali, tra le quali l’infarto, e lesioni cerebrali». Inoltre quest’arma tremenda, sempre secondo il sito di informazione, sarebbe prodotta con composti biodegradabili, in modo che ogni sua traccia venga eliminata tramite le vie urinarie.

Quest’arma sarebbe stata utilizzata contro vari leader progressisti dell’America Latina, ritenuti ‘scomodi’ dall’Impero. Infatti constatiamo le morti di Hugo Chávez e Néstor Carlos Kirchner, che morì in seguito a un infarto. I due dirigenti politici sudamericani che più si batterono contro l’allora presidente statunitense George Bush e il suo progetto di Area di Libero Scambio da attivare in America Latina nel 2005. Progetto poi naufragato grazie alla ribellione dei leader latinoamericani accompagnati dai popoli presso Mar del Plata, in Argentina.

Quattro, invece, sono stati i dirigenti politici sopravvissuti: Fernando Armindo Lugo Méndez, Dilma Vana da Silva Rousseff, Luiz Inácio Lula da Silva, Cristina Elisabet Fernández de Kirchner, tutti ammalatisi di cancro nel giro di tre anni. L’indagine condotta, segue le rivelazioni fatte da Eva Golinger, che già aveva denunciato il piano ordito dagli Stati Uniti per assassinare il Comandante Hugo Chávez. Anche il vicepresidente venezuelano, Aristóbulo Istúriz, aveva denunciato nello scorso mese di maggio che Hugo Chávez è stato assassinato perché fortemente intenzionato a porre fine alla «dittatura del dollaro».

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