Saccheggi in Venezuela: tattica della destra golpista per generare il caos




di Fabrizio Verde


Lo svilupparsi della guerra economica in Venezuela ha raggiunto una nuova fase: dopo la scarsità provocata ad arte, tranne che nei quartieri per ricchi come documentato da un cittadino basco residente a Caracas, adesso si è passati al saccheggio giustificato dalla ‘fame’. Ovviamente si tratta di una strategia ben precisa, infatti tutti questi episodi portano la firma di Voluntad Popular il partito di opposizione guidato dal golpista Leopoldo Lopez, il protagonista del piano ‘La Salida’ che per i fatti violenti del 2014 è stato condannato a 13 anni di reclusione.

L’obiettivo di queste azioni è dimostrare che il Venezuela si trova in una situazione limite, che sia ormai ineludibile un intervento esterno per «ragioni umanitarie».

Inoltre queste azioni violente sono ampiamente diffuse in rete al fine di voler far intendere che il paese è alla fame, che la situazione è aggravata dai Comitati di Approvvigionamento e Distribuzione (CLAP), un sistema creato dal governo in una fese emergenziale al fine di effettuare la distribuzione di prodotti con prezzo regolato direttamente al popolo, senza alcuna intermediazione.

Nella notte di domenica 5 giugno, a San Cristóbal nello stato Táchira è stato attaccato un camion che trasportava prodotti alimentari all’impresa pubblica Carnes Venezuela, con l’intenzione di saccheggiarlo. 15 persone sono state arrestate per incitamento al saccheggio. Il sindaco del comune dove ha avuto origine l’azione violenta e criminale è Patricia de Ceballos grazie ai voti del partito Voluntad Popiular. Il segretario per la sicurezza dello stato Táchira, Ramón Cabeza Ibarra, ha denunciato Gabriela Arellano, deputata all’Assemblea Nazionale per Voluntad Popular, in quanto mandante del saccheggio.

Lunedì 6 giugno mentre all’Università ULA erano in corso azioni di disturbo, gruppi irregolari tentavano di chiudere il Mercal nel comune di Torbes, chiudere le vie di accesso alla zona e saccheggiare. Anche in questo caso vi sono stati 15 arresti, oltre al sequestro di bombe molotov, armi e oggetti contundenti. Anche in questo caso il sindaco del comune, Alberto Maldonado, è un esponente del partito golpista Voluntad Popular.

Nella giornata di ieri, 9 giugni, vari camion che trasportavano prodotti a prezzi regolati sono stati saccheggiati a San Juan de los Morros, nello stato Guárico, e vi sono stati disordini nel centro cittadino. I media vicini all’opposizione hanno immediatamente cercato di far passare i fatti come proteste derivanti dai ritardi nella consegna di cibo da parte dei CLAP. Secondo il giornalista d’inchiesta Eligio Rojas, il sindaco del municipio di Chaguamarras che si trova nei pressi di San Juan de los Morros , Giovanni Salazar di Voluntad Popular, si trova sotto inchiesta in quanto legato con un uomo conosciuto come ‘El Juvenal’, capo di una banda paramilitare che opera nello stato Guárico e in alcune zone dello stato Apure.

Inoltre, secondo quanto denunciato dal Ministro del Potere Popolare per le Relazioni Interne, Giustizia e Pace, M/G Gustavo González López, uno degli arrestati in seguito a saccheggi avvenuti nello stato Zulia (parte occidentale del paese) ha rivelato che le azioni sono state finanziate da Lester Toledo, deputato all’Assemblea Nazionale per Voluntad Popular, e da altri esponenti della Mesa de la Unidad Democrática (MUD), che pagano fino a 60 mila bolívares a persona per organizzare questi atti criminali e violenti.

Queste azioni criminali e violente servono a vendere all’estero l’immagine di un Venezuela ridotto alla fame, alle soglie di un pericoloso collasso. I fatti invece dimostrano che si tratta di azioni premeditate, che quasi sempre sfociano nella rapina di denaro o altri beni diversi dai prodotti alimentari.

L’analista politico Jesús Ernesto Parra ha spiegato ai microfoni di TeleSur che si tratta di una campagna mediatica internazionale volta ad acutizzare la guerra economica in corso nel paese per «generare nel popolo venezuelano sentimenti di ansia e inquietudine sino a raggiungere il punto di massa critica», insomma si cerca di scatenare una rivolta sociale contro il governo bolivariano.

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