I danni del neoliberismo in Argentina: il governo decreta aumento del prezzo delle medicine



di Fabrizio Verde

L’anno nero per l’Argentina, segnato dal ritorno al neoliberismo, si conclude nel peggiore dei modi: il regime neoliberista di Mauricio Macri ha autorizzato le imprese produttrici di medicine prepagate ad aumentare del 6% il prezzo della quota mensile a partire dal 1 di febbraio, come recita la risoluzione 2.371 firmata dal Ministro della Salute, Jorge Lemus.

Un nuovo aumento che va a sommarsi al 9% deciso nello scorso mese di agosto.

Secondo Jorge Lemus le misure implementate dal governo «sono ragionevoli». Di certo non le troverà ragionevoli il popolo argentino dall’avvento di Macri al potere, che ha segnato il ritorno del neoliberismo più selvaggio, ha visto precipitare le proprie condizioni di vita.

Basti pensare che l’inflazione ha compiuto un balzo del 40%, la disoccupazione continua a salire in maniera esponenziale, di pari passo alla povertà. Insomma, l’Argentina è ripiombata in un incubo già vissuto. Una serie di scellerate misure economiche che agli albori del nuovo secolo portarono al default la nazione sudamericana.

Intanto per il prossimo anno si temono altri aumenti indiscriminati dopo quelli che hanno fatto schizzare fino al 500% le tariffe di acqua ed energia elettrica: sono infatti previsti forti rincari dei prezzi di benzina e gas.

Il tutto avviene mentre in Argentina non si accenna a placare la morsa repressiva: dopo oltre un anno resta ancora incarcerata - come denunciato dall’ONU - l’attivista e parlamentare MIlagro Sala. I media mainstream non fanno accenno della situazione argentina, evidentemente perché sposano le teorie neoliberiste che affamano i popoli, e perché troppo impegnati a racimolare le notizie spazzatura. Fake news come quella riguardante il filmato porno visto da Evo Morales durante una riunione internazionale. Notizia falsa tanto quanto la promessa che le politiche neoliberiste avrebbero portato prosperità in Europa e nel mondo intero.

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