Economia socialista e democrazia in Venezuela



di Luis Pino - teleSUR

Sarebbe come reinventare la ruota, affermare che la destra venezuelana, diretta dal governo statunitense e aiutata da governi lacchè, come quello colombiano, cileno, peruviano, brasiliano, paraguayano, argentino e uruguayano, cerca di rovesciare il governo di Nicolás Maduro, come passo necessario per liquidare il chavismo in tutte le sue forme.

La notizia sensazionale o curiosa è che dopo i tanti chavisti assassinati per mano degli oppositori come i ragazzini ricci e drogati di Voluntad Popular, AD e Primera Justicia, oltre agli assassinati su commissione di Alvaro Uribe, senza trascurare l’inganno mediatico falangista come quello di CNN e Globovision, è che dal principale campo di battaglia contro popolo e governo, quello economico, la destra è uscita sconfitta. (…). Nicolás Maduro è riuscito ad uscire da una crisi e da una guerra economica senza precedenti, come evidenziato anche da espressioni collettive, spontanee e di strada, di chi lamenta di aver firmato contro di lui solo perché ingannato o accecato dalla rabbia.

Il fatto è che la fiducia nel Presidente venezuelano da parte del popolo è in crescita, adesso, in maniera irruente, al pari della fiducia che viene manifestata verso quei governatori che non si sono messi a sedere mangiando popcorn, in attesa di vedere quel che sarebbe accaduto a Maduro, e che oggi hanno la possibilità di essere rieletti, perché il Popolo, anche quando è incolto politicamente e di socialismo ne sa tanto quanto conosce di carpenteria galattica, è anche altamente politicizzato ed è cosciente che con i governatori della Rivoluzione e Nicolas Maduro i propri diritti sono garantiti.

Quanto sopra esposto ha una base, solo se il Governo Nazionale e Regionale, il Popolo e la FANB, producono un’offensiva economica radicale e dirompente, con pratiche socialiste e non capitaliste, il prima possibile (…).

L’offensiva economica deve elevarsi attraverso tappe nella politica economica venezuelana, tra le quali: 1. Aprire nuovi mercati di commercio del petrolio e sopprimere tutte le forniture di petrolio agli Stati Uniti, con coraggio e sangue freddo, in applicazione del principio di reciprocità, visto anche che il governo statunitense non possiede le tanto decantate riserve di petrolio di cui tanto si vanta, tant’è vero che il governo presieduto dal conservatore retrogrado Trump è costretto a derogare alle sanzioni imperiali imposte al Venezuela ‘dall’autorazzista’ uscente nell’Ordine Esecutivo; 2. Non sottrarsi dal confronto con gli Stati Uniti e i suoi lacchè vicini, ma passare all’offensiva attraverso nuovi accordi che comprendano un sostegno militare con Cina e Russia, alleati seri e leali verso il Popolo venezuelano; 3. Prendere una serie di misure parallele in politica interna: controllo rigoroso dei prezzi e pene esemplari per chi non rispetta la legge tra commercianti, produttori e fornitori di servizi; 4. Confisca delle proprietà di chi specula, crea penuria, accaparra oppure occulta alimenti e prodotti; 5. Ridenominazione monetaria per eliminare tre zeri dalla valuta corrente, a prescindere dalla prossima emissione di banconote del nuovo cono monetario dell’attuale sistema; 6. Mercati aperti, enormi, con regolarità e commisurati ai salari di ogni lavoratore venezuelano; 7. Generare ricchezza attraverso la produzione reale e la trasformazione delle materie prime.

Infine, in Venezuela il popolo chavista così come i dirigenti, devono capire che vi è da risolvere in primo luogo, il problema economico, affrontando e superando le cause delle distorsioni economiche, con tutte le armi a disposizione, perché non controllare energicamente l’economia comporta il rischio di perdere l’egemonia politica, e con essa la nostra democrazia partecipativa e ‘protagonistica’ del Popolo. Il chavismo militante, inoltre, deve capire che tutto è inutile, se non riusciamo a recuperare i costi e controllare la sicurezza e la sovranità economico-alimentare. Per questo, Nicolas Maduro deve avanzare accompagnato dalla forza dei lavoratori. Tutti quelli che scommettono sul chavismo bolivariano e socialista devono stare dalla nostra parte.

(Traduzione dallo spagnolo per l’AntiDiplomatico di Fabrizio Verde)

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