Venezuela, gli Usa tornano alla carica con Almagro

di Gerladina Colotti* - Il Manifesto

Il segretario dell’Organizzazione degli Stati americani (Osa), Luis Almagro, ha chiesto la sospensione del Venezuela dal gruppo regionale, accusando il governo Maduro di «violare tutti gli articoli della Carta Democratica» dell’Osa.

Per Almagro, che da tempo ha assunto in pieno la posizione delle destre venezuelane, il Venezuela deve andare alle elezioni entro 30 giorni. Intanto, il Parlamento venezuelano, a maggioranza di opposizione, ha dichiarato il paese «in crisi umanitaria».

Un’operazione tenaglia, partita dagli Usa e rimbalzata in Europa, Italia compresa. Trump ha promesso di farla finita con il socialismo bolivariano e si è fatto fotografare con la moglie di Leopoldo Lopez, il leader di Voluntad Popular condannato a 14 anni per le violenze contro il governo che, nel 2014, hanno provocato 43 morti e oltre 850 feriti.


Prima di andarsene, già Obama aveva rinnovato per un altro anno le sanzioni al Venezuela, definito “una minaccia inusuale e straordinaria per la sicurezza degli Stati uniti”.


La nuova amministrazione intende inasprire quella linea procedendo con sanzioni ad personam che aprono la strada all’applicazione della cosiddetta Carta democratica interamericana dell’Osa: preludio a un blocco economico simile a quello in atto contro Cuba e anche a un intervento militare sul modello libico. Un’ipotesi suggerita anche da un testo bipartisan votato in Italia in Commissione esteri alla Camera e al Senato (contrari Sinistra italiana e Movimento 5Stelle). I paesi progressisti dell’America latina sono in allerta per i movimenti di truppe nelle zone calde controllate dagli Usa nel continente, per il totale via libera dato da Trump alla Cia per le “esecuzioni mirate” con i droni e per l’invio di quattro super aerei-spia nel continente.

Maduro ha denunciato anche un “attacco internazionale” al papa Bergoglio, fautore del dialogo e non delle sanzioni. Bergoglio ha di recente ricevuto in Vaticano uno stimato gesuita molto noto in Venezuela, padre Numa Molina. Quest’ultimo ha incontrato l’ex agente dell’intelligence italiana, Mary Pace che gli ha raccontato i tentativi di eliminare l’ex presidente Hugo Chavez compiuti dalla Cia. A Ginevra, il Difensor del Pueblo venezuelano, Tarek William Saab, ha respinto invece le politiche migratorie di Trump e le deportazioni che “possono scatenare il caos alle frontiere dei paesi latinoamericani”.

Recentemente gli Usa hanno emesso sanzioni contro l’attuale vicepresidente del Venezuela, Tareck El Aissami, accusato di aver favorito il narcotraffico e “il terrorismo”. Un’accusa respinta con forza dal governo bolivariano e da numerose organizzazioni internazionali, personalità politiche e intellettuali, che hanno firmato un appello diretto all’ambasciatore Patrick Andrews, Presidente del Consiglio Permanente dell’Organizzazione degli Stati americani.

*Pubblichiamo su gentile concessione dell'Autrice

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