Maduro a RT: «Se il Venezuela fosse colpito, combatteremo di nuovo con la stessa bandiera»

«Il mio più grande errore è stato quello di sottovalutare l’opposizione, la sua capacità di danneggiare, la malvagità, la sua capacità di violenza. Forse è il peggiore errore che abbiamo commesso», queste le parole pronunciate dal presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Nicolas Maduro, intervistato dall’emittente RT presso il Palazzo Miraflores a Caracas.

Prosegue intanto l’assedio internazionale al Venezuela guidato dagli Stati Uniti in sostegno alla destra golpista. A tal proposito ha lanciato un appello a Donald Trump: «Fermi l’aggressione contro il Venezuela. Il Venezuela è una base fondamentale per la stabilità di tutti i Caraibi, dell’America del Sud. Se il Venezuela fosse smembrato e la Rivoluzione Bolivariana colpita a tal punto da portarci a prendere le armi, combatteremo nuovamente con la stessa bandiera e potremmo andare oltre la nostra frontiera. Riflettano bene gli strateghi degli Stati Uniti: il Venezuela vuole vivere in pace, tranquillamente, cessino le aggressioni».

Per raggiungere la pace, Maduro si dice pronto anche ad incontrare il suo omologo statunitense Trump e stringergli la mano. «Se servisse, come presidente sarei disposto a incontrarlo e stringergli la mano per dirgli che siamo nel XXI secolo, che dimentichi la dottrina Monroe, è arrivato il tempo di accettare le diversità».

Nonostante l’assedio internazionale, intorno al Venezuela si è sviluppata una vasta rete di solidarietà. In tal senso Maduro ha sottolineato l’importanza strategica dell’alleanza sempre più stretta con potenze mondiali come Russia e Cina.

Con la Russia l’alleanza avanza «a passo spedito» in particolare nel settore petrolifero. Spiega Maduro: «Possiamo dire che entro il secondo semestre saranno firmati accordi importanti per ampliare gli investimenti binazionali per il petrolio e il gas con la nostra PDVSA».

Al di là di legami commerciali, il presidente venezuelano ha evidenziato l’ottimo rapporto con il presidente Putin, che considera un «leader di pace del nuovo mondo che sta emergendo».

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