Harvey, una lezione per gli Stati Uniti: la risposta di Cuba agli uragani



di Fabrizio Verde

Il passaggio dell’uragano Harvey, ormai declassato a tempesta tropicale, sui territori di Texas e Louisiana ad ora ha provocato 12 morti oltre a danni ingenti. In Texas siamo al quarto giorno di inondazioni e le previsioni parlano ancora di piogge per le prossime ore. Il servizio meteo federale statunitense lo ha definito «un evento senza precedenti».

A 12 anni dalle distruzioni causate dall’uragano Katrina, l’emittente teleSUR ha ricordato che una piccola isola caraibica con poche risorse, Cuba, riesce a proteggere il proprio popolo da questi eventi estremi in maniera molto più efficace rispetto a tanti dei paesi più ricchi a livello mondiale. Una lezione da apprendere per gli Stati Uniti.

La preparazione e la prevenzione in materia sono il marchio di qualità della Rivoluzione Cubana. Con risultati tangibili: in occasione dell’uragano Ivan nell’anno 2004, il governo cubano grazie a un efficace sistema di allarme e di organizzazione preventiva delle comunità locali, fu in grado di evacuare in poche ore oltre 2 milioni di persone.

Il sistema cubano è tanto efficace quanto poco costoso. Al punto da spingere il governo dello Sri Lanka a chiedere aiuto e consulenza a Cuba e non ai paesi occidentali per approntare un piano di organizzazione ed emergenza per gli tsunami. Quello cubano è un modello considerato superiore rispetto ai modelli adottati dai paesi ricchi e facilmente replicabile per i paesi in via di sviluppo anche dalle Nazioni Unite.

In occasione di grossi disastri come l’uragano Katrina o la tempesta tropicale Harvey, Cuba registra danni «limitati alle proprietà e poche perdite umane», segnala ai microfoni di teleSUR il direttore della rivista scientifica Medicc Review Gail Reed, in ragione dell’alto livello di preparazione.

Secondo Reed, l'approccio cubano alle politiche di prevenzione dimostra una riflessione approfondita sul potere della natura e sull'impatto del cambiamento climatico. Mentre la filosofia statunitense di sollievo dal disastro, non riesce o non vuole riconoscere la fragilità umana.

Infine, Gail Reed ricorda come nel 2005, Cuba, che soffre da oltre mezzo secolo un illegale blocco economico imposto dagli Stati Uniti, offrì di inviare 1.500 medici della Brigata Henry Reeves per aiutare la popolazione di New Orleans colpita dall’uragano Katrina. L’allora presidente George W. Bush rifiutò l’offerta d’aiuto.

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