"Cagna comunista". Hate speech di oppositori "democratici" venezuelani (premiati dall'UE per i "diritti umani") contro l'eurodeputata critica

Ennesima vergogna oggi al Parlamento europeo. Una più, una meno direte voi. Ma con Tajani che conferisce al venezuelano Borges il premio dei "diritti umani" Sacharov possiamo dire di aver raggiunto veramente il livello più basso di sempre.

Del Premio Sacharov e della credibilità dell'UE di ergersi a giudice dei diritti umani non torniamo. Vi abbiamo già scritto il giorno dell'annuncio del "Premio" ai violenti golpisti venezuelani e vi riportiamo solo la nostra conclusione:

"In passato, magari, questa organizzazione sovranazionale poteva avere una certa verginità e credibilità. Dopo ex Jugoslavia, Iraq, Libia, Siria, Yemen, Ucraina e ora Venezuela, l’Unione Europea non ha semplicemente diritto di pronunciare una sola sillaba sul tema dei diritti umani. Dopo quello che l’Unione Europea permette in termini di macelleria sociale, distruzione di Welfare e norme minime di dignità dei lavoratori all’interno dei suoi paesi membri, l’Unione Europea non ha semplicemente diritto di pronunciare una sola sillaba credibile sul tema dei diritti in generale."
Unico gruppo parlamentare che oggi ha avuto il coraggio di non partecipare allo scempio è stato il GUE. La responsabile di Izquierda Unida, l'eurodeputata spagnola Marina Albiol Guzman, ha spiegato le ragioni del Gruppo in questo articolo molto argomentato e puntuale che come AntiDiplomatico vi abbiamo tradotto.

Il solo fatto di aver espresso un'opinione difforme - base minima di ogni presupposto democratico ma che sfugge ancora all'estrema destra venezuelana - ha scatenato la reazione di odio (o l'hate speech) delle note reti coordinate di utenti dell'opposizione "democratica" premiata oggi incredibilmente per i "diritti umani" dal regime di Bruxelles.

E' la stessa eurodeputata a denunciarlo su twitter.

"Cagna comunista", "imbecille di sinistra…. sono alcune delle sottigliezze che mi stanno dedicando per aver criticato il Premio Sakharov.
L'opposizione "democratica" venezuelana, in tutto il suo splendore.


Un altro ancora: "comunista figlia di mille puttane".

Contro l'hate speech si sono dette migliaia di parole e scritti altrettanti articoli spesso insieme al tema delle cosiddette fake news. Quando si parla di Venezuela, odio e notizie false sono un binomio solidissimo che procedono insieme da diversi mesi, ma che non genereranno nessuna reazione e nessuna denuncia (accettiamo la scommessa) da parte di chi, ad esempio Laura Boldrini, ha impostato una campagna in Italia. Campagna che ha come obiettivo ultimo semplicemente quella di azzerare le voci difforme.



Quelle voci difforme che, ad esempio, hanno smascherato le fake news del mainstream sul Venezuela e mostrato come nel paese non ci siano mai state manifestazioni pacifiche per la democrazia, ma terrorismo organizzato e pianificato volto, sul modello delle altre "rivoluzioni colorate" ideate in giro per il mondo, al terzo tentativo di destituzione violenta (dopo 2002 e 2013) contro il legittimo governo di Caracas. Quante voci si leveranno in solidarietà della Guzman vittima dell'odio della rete di "pacifici" venezuelani premiati dall'Unione per i "diritti umani"?

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